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Leggende sarde. L’amore di due giovani contro Belzebù: la nascita di Oristano sulla palude bonificata

Una bella leggenda sarda, riportata da Mariano Cocco nel suo Storia della Sardegna, che racconta la nascita della città di Oristano sulla palude bonificata.

La storia è ambientata ai tempi delle incursioni dei pirati Saraceni sulla Sardegna. L’Isola infatti era oggetto di continue e sanguinose incursioni da parte dei “Mori”, pirati che terrorizzavano il Mediterraneo dall’VIII sino al X secolo a.C. Ciò allora spinse gli abitanti delle zone costiere ad abbandonare i proprio paesi e a ritirarsi nelle zone interne, fondando così nuovi centri.

Tra i centri preda delle barbarie saracene c’era anche Tharros. Capi sanguinari e terribili predoni terrorizzavano il paese, e tra questi ce n’era uno, che aveva per figlia la bellissima Zulemma, solita ad accompagnarlo.

Un giorno, però, durante una di queste incursioni, il capo saraceno venne sconfitto e ucciso dal giudice di Tharros Joneto (chiamato Gonario in alcune versioni della leggenda). Zulemma fu così fatta prigioniera. Il giudice, rapito dalla straordinaria bellezza della fanciulla, decise che l’avrebbe sposata a tutti i costi.

Zulemma, tanto bella quanto orgogliosa, promise a Joneto che sarebbe diventata sua moglie a condizione che lui fosse riuscito a trasformare in città lo stagno che sorgeva a Tharros.

Un’impresa immane, anche per il potente Joneto, che decise però di ricorrere all’aiuto del capo dei diavoli Belzebù. Questi prosciugò lo stagno, sì, ma chiese in cambio l’anima dei due giovani sposi, entro l’anno di matrimonio.

Nel frattempo Zulemma, convertita al Cristianesimo, venne battezzata col nome di Aristana. Allora, la città nata dallo stagno di Tharros prese il nome di Oristano in omaggio alla giovane.

Alla scadenza, Belzebù si presentò al giudice Joneto, chiedendo l’anima dei due sposi. Il giudice, però, si rivolse alla Madonna del Rimedio, la quale sottrasse al demone la pergamena sulla quale era stato firmato il contratto.

I due sposi poterono così vivere in felicità, guidando la neonata città, prospera e felice nella prosciugata laguna.

Fonte racconto. Mariano Cocco, Storia della Sardegna, Editrice T.A.S.

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