Vengono in larga maggioranza dai più svariati paesi del continente africano o asiatico. Sono diversi gli stranieri, tra residenti e non, a rispondere alla chiamata dell’Open Night e Day di piazza Garibaldi, per ricevere la prima o la seconda dose di vaccino.
Diversi infatti i presenti nella lunga fila che dalla via Garibaldi arriva sino alla piazza. In larghissima maggioranza, nella lunga coda verso le tende della Protezione Civile, sono persone che comunque vivono in Sardegna da tanto tempo e per loro l’immunizzazione è necessaria in vista del green pass esteso del prossimo ottobre: passaporto verde obbligatorio alla quasi totalità di lavoratori. Ma c’è chi ha necessità di tornare a viaggiare e magari rivedere le proprie famiglie fuori dall’Europa.
Kim, 30 anni, viene dal Kirghizistan, ma da tempo è qui in Italia per lavoro. Il suo è un impiego delicato, presta servizio come badante da una signora anziana. In casa sua l’immunizzazione è fondamentale per provare a essere più al sicuro possibile.
Abdullah è senegalese, ha 23 anni, e lavora qui da tanti anni. Il green pass? Per lui è importante per tornare a viaggiare e rivedere i suoi genitori in Senegal.
Filomena ha 57 anni e viene dalla Nigeria. Per lei il green pass è necessario per lavorare nell’assistenza agli anziani. Come loro, tante persone provenienti dal Bangladesh o dal Maghreb. Green pass necessario per la vita lavorativa di ognuno e così si vincono le possibili paure e ci si arma di pazienza: la fila è davvero molto lunga.
Baia è giovanissimo, 19 anni ed è uno studente del liceo artistico. Il suo “eja” così naturale fa a “botte” con le origini chirghise. Per lui vaccino e green pass fondamentali per ritornare alla vita di prima.

