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L’Armistizio dell’8 settembre, nel ’43 la tragedia di La Maddalena. Il ricordo nelle parole di Efisio Sanna

78 anni fa l’Italia di Badoglio annuncia l’Armistizio con gli Alleati ed esce rovinosamente dalla Seconda guerra mondiale. Da allora, però, per il paese è l’inizio di un dramma durato anni. Lo Stivale viene in parte occupato dagli ormai nemici tedeschi e il centro-nord sottoposto al duro tallone nazifascista. Anche la Sardegna ha vissuto momenti estremamente terribili dopo l’8 settembre, soprattutto per chi si è trovato faccia a faccia di fronte alla morte nelle acque del Mediterraneo.

Vistanet due anni fa ha avuto il piacere di intervistare Efisio Sanna, monserratino, che ha raccontato quella tragedia nelle acque de La Maddalena, con l’affondamento della corazzata “Roma” e la morte di 1600 persone. Nel 1941, a neanche 20 anni di età, il giovane parte per il servizio di leva alla Marina, sul mastodontico incrociatore “Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi”.

Oggi Sanna non c’è più e con lui se n’è andata un’altra preziosa testimonianza diretta dei terribili momenti vissuti dai sardi e la Sardegna nel secondo conflitto mondiale.

8 setembre ’43 in Sardegna, due fotografie d’epoca del giovanissimo Efisio Sanna, appena imbarcato sull’incrociatore “Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi”

«Venni assegnato all’assistenza delle mitragliere da 20 mm. – raccontava Sanna – Il mio compito era quello di portare le cassette delle munizioni e sistemarle vicino, pronte per essere caricate. C’era un sottufficiale che mirava, ma chi sparava era sempre il comandante della plancia. Poi venni assegnato all’assistenza dei cannoni da 100 mm. Un lavoro decisamente più faticoso». Per Sanna furono anni passati lontano dalla sua famiglia. Nel marzo ’43 ebbe modo di fare una breve visita in Sardegna, dove trova Cagliari e Monserrato sventrate dalle bombe ma ancora capaci di piccoli gesti di umanità.

Gli italiani, prima dell’8 settembre, lottavano per mare e per terra a fianco dell’alleato tedesco. Eppure i rapporti non erano certamente eccellenti. Già dalla caduta del governo Mussolini, nel luglio del ’43, nei germanici era cresciuta la diffidenza nei confronti di quelli oramai prossimi “traditori”. Ed Efisio ricordava bene: «Ci guardavano male. Io mi trovavo a Napoli e rientravo dalla franchigia. Un tedesco, di guardia ai piroscafi, all’imbrunire mi ha intimato l’alt. Voleva una sorta di parola d’ordine che non conoscevo. Non ha voluto sentire ragioni e mi ha mandato via con una pedata.», il racconto di Sanna.

Uno storico riconoscimento rilasciato a Efisio Sanna e ai componenti della “Duca degli Abruzzi” in occasione del primo “taglio” dell’equatore.

Terminata la guerra, l’incrociatore “Duca degli Abruzzi” rientrò in Italia ed Efisio Sanna venne congedato nel dicembre 1945. Per anni e anni, sino alla fine, rimase vivo il suo ringraziamento per essere sopravvissuto, sempre rivolto a una sola persona: «L’8 settembre è il giorno della natività di Maria e io in Lei ho sempre creduto – le parole commosse del signor Efisio – Noi saremmo dovuti andare a combattere, forse in Normandia o in Sicilia. Ma così non è stato. Io allora ringrazio oggi la Madonna che ci ha protetto e ci ha salvato».

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