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Giorgino intramontabile, tutti nella spiaggia dei cagliaritani: come nelle estati di un tempo

Pance al sole, sotto l’ombrellone e qualche tuffo in grande stile. Nelle domeniche d’agosto tutti al mare, a Cagliari. Ma il Poetto non ha di certo il monopolio dei bagnanti. Ancora oggi, nel 2021, Giorgino continua a essere l’intramontabile spiaggia dei cagliaritani. “Ci andava mio padre da ragazzino” si sente dire, vero. Ma negli anni ’20 del terzo millennio, tanti figli e nipoti sembrano seguire, si fa per dire, le tradizioni di famiglia. E nella spiaggia del Villaggio Pescatori si respira così l’aria di estati lontane.

Nello stabilimento della piccola spiaggia, a due passi dal Porto Canale, qualcuno prova a telefonare allo stabilimento per un lettino: “Prenotazioni al completo”, la voce dell’impiegata, spegne ogni intenzioni. Qua la domenica è sempre così. E pazienza se il rione, con i suoi 60-70 abitanti o poco più, è decisamente tra i più isolati del capoluogo, con l’unico collegamento dello “stradone”, di certo non percorribile a piedi o in bici. Sigarette e cibarie, le si prende da Cagliari: per godersi la giornata di mare in un clima familiare ne vale decisamente la pena.

La storia ci insegna che quel suo nome, così ‘curioso’ per alcuni, derivi dalla cappella di San Giorgio nella villa Ballero, dove ogni anno viene vestita con abiti di campagna la statua di Sant’Efisio. E i nostri nonni ci ricordavano delle lunghe passeggiate a piedi, pranzo al sacco e in “cambarara”, per raggiungere la spiaggia, ai tempi decisamente più grande. Poi l’avvento degli stabilimenti balneari del Poetto ha cambiato le abitudini e Giorgino è caduto lentamente in disgrazia. Successivamente, con l’abbattimento del ponte della Scafa, il Villaggio Pescatori è finito sempre più nel dimenticatoio.

Eppure, oggi sono tantissimi ad apprezzare quella piccola spiaggia. Il quartiere è sempre più popolato da anziani e dalle sue vie è ormai impossibile vedere famiglie intere, con prole numerosa a seguito, andare tutti insieme a “tuffare”. Ma da Cagliari e dall’hinterland c’è chi rifiuta il caotico Poetto, in nome di una tradizione che appare sempiterna.

 

«È un ambiente familiare, in cui tutti si conoscono. Ho iniziato quasi per caso, poi di questa zona me ne sono innamorata» commenta una signora comodamente spiaggiata sotto l’ombrellone. E così, più volte alla settimana, in alta stagione, Cagliari sceglie Saint George, ribattezzato ironicamente da qualche buontempone, innamorato comunque di quel luogo in cui tutti parlano fra loro e «nessuno ti frega niente, manco il portafoglio, quando entri in acqua».

E i bambini? Loro proprio quelli che riscoprono il gusto della socializzazione fra coetanei. Lo spazio è piccolo, dunque per i genitori non è fatica controllarli. E poi nella cosiddetta ‘piscina’, antistante il bagnasciuga e protetta dagli scogli, l’acqua è ad altezza di pargolo. Così,  un unico tuffo, quello dall’arrivo che si conclude con il momento di andare via. «Spesso siamo andati in spiagge molto note, in cui però l’acqua è subito alta – commenta un papà – e quindi per mio figlio non era possibile entrarci. Che senso ha portarli lì, allora? Decisamente meglio venire qui».

 

 

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