Incendi nell’oristanese, cominciano le indagini del Corpo Forestale

Incendi nell’oristanese, cominciano le indagini del Corpo Forestale. Oltre le bonifiche in alcune delle aree interessate dal gigantesco rogo che ha devastato il Montiferru, nell’Oristanese, parallelamente già da ieri sono partiti gli accertamenti del Corpo Forestale della Regione Sardegna per
Incendi nell’oristanese, cominciano le indagini del Corpo Forestale.
Oltre le bonifiche in alcune delle aree interessate dal gigantesco rogo che ha devastato il Montiferru, nell’Oristanese, parallelamente già da ieri sono partiti gli accertamenti del Corpo Forestale della Regione Sardegna per individuare le cause e verificare se dietro gli incendi ci sia la mano dell’uomo. Le verifiche sono condotte dal Nucleo investigativo regionale del Corpo forestale, dal Nucleo provinciale di Oristano e dalle Stazioni di Villa Urbana, Seneghe e Ales.
Come riporta Ansa, gli accertamenti procedono speditamente, ma al momento la Procura di Oristano non ha ricevuto alcuna informativa e nessun fascicolo è stato aperto.
Da quanto si apprende il rogo principale, quello partito da Bonarcado- Santu Lussurgiu che si è poi spostato per chilometri divorando il Montiferru, secondo le prime ipotesi investigative, sarebbe partito per cause accidentali: un’auto ha preso fuoco lungo la strada provinciale 15 a Bonarcado e ha innescato un primo rogo. Le fiamme sono state spente, ma a causa del vento e delle alte temperature alcune ore dopo hanno ripreso vigore, propagandosi velocemente. La situazione è precipitata quando le fiamme hanno raggiunto i centri abitati e, soprattutto, quando è calata la sera e i mezzi aerei che da ore lanciavano bombe d’acqua sulla zona hanno dovuto fare rientro.
Ma se l’ipotesi accidentale è quella più avvalorata per il rogo principale, nella zona di Oristano in quelle stesse ore si registravano almeno altri due incendi, dietro i quali potrebbe esserci la mano dell’uomo. Il primo è partito da Usellus e ha raggiunto Villaurbana danneggiando aziende agricole, divorando terreno e distruggendo anche un cantiere Forestale; il secondo, molto più piccolo, nell’area tra Escovedu-Mogorella, ed è stato spento subito.
Al momento si tratta di ipotesi investigative, ma gli specialisti del Corpo Forestale stanno lavorando senza sosta per ottenere i riscontri, terminati i quali depositeranno una relazione all’autorità giudiziaria.

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Roghi nell’Oristanese, strage di animali. E gli incendi sono ancora attivi

Una strage con centinaia di galline, pecore, mucche e cavalli morti tra le fiamme degli incendi che hanno devastato 20mila ettari di boschi, uliveti e pascoli della Sardegna in provincia di Oristano dove è scattata la solidarietà con la consegna del foraggio per l’alimentazione agli animali sopravvissuti nelle aziende dove le scorte sono state distrutte dal fuoco. L’iniziativa è della Coldiretti, impegnata in un’azione di monitoraggio dei danni e di assistenza alle famiglie degli agricoltori colpiti. E adesso si fa la conta dei danni.
“Ai costi economici e sociali si somma una vera catastrofe ambientale con lecci, roverelle e sughere secolari andati in fumo in aree dove – sottolinea in una nota la Coldiretti – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali. Un disastro sotto ogni punto di vista con la distruzione totale delle erbe e delle essenze che sono alla base dell’alimentazione di pecore e mucche. Per ogni bosco andato in fiamme – precisa la Coldiretti – ci sono danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Se certamente il divampare delle fiamme nella macchia mediterranea è favorito dal clima anomalo con alte temperature e afa, a preoccupare è l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. Occorre intervenire subito – sostiene la Coldiretti – per assicurare la vitalità e la permanenza sul territorio attraverso il ripristino del potenziale produttivo agricolo, zootecnico, dei terreni e delle strutture agricole danneggiati o distrutti. A questo proposito serve subito la ricognizione dei danni e la rilevazione dei dati per poi attivare a livello regionale le risorse comunitarie previste dal piano di sviluppo rurale per sostenere le aziende colpite dall’incendio”.
Non è ancora stato domato del tutto il gigantesco rogo scoppiato ormai quasi quattro giorni fa. Ieri sera le fiamme hanno concesso alle squadre a terra di Corpo forestale, Protezione civile, Vigili del fuoco e volontari una lieve tregua non spostandosi, anche grazie alla mancata entrata del temuto maestrale.
Operative tutte le forze regionali in attività, 22 mezzi aerei e 7500 uomini a terra. Questa mattina, però, il fuoco ha ripreso vigore in una delle zone iniziali: Santu Lussurgiu, dove sono entrati subito in azione un elicottero della flotta regionale, il Super Puma e due Canadair.
In arrivo altri due Canadair dalla Grecia. Contemporaneamente sono iniziate le operazioni di bonifica nell’area del Comune di Scano di Montiferro, dove c’è al lavoro un elicottero della flotta regionale.
Bonifiche anche nella zona di Porto Alabe, dove la Tim informa che sono state ripristinati tutti i servizi di telefonia, fissa e mobile, rimasti bloccati a causa di due cavi in fibra ottica danneggiati dall’incendio. I tecnici dell’azienda hanno realizzato un collegamento provvisorio per sostituire circa 2 chilometri di tratta e alcuni pali di sostegno distrutti dalle fiamme.

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