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207 anni per l’Arma dei Carabinieri. Contro la criminalità organizzata e sempre alla difesa dei più deboli: tutti gli interventi più importanti della Benemerita sarda

 

L’Arma dei Carabinieri compie 207 anni, sempre a difesa dei più deboli e contro ogni forma di criminalità. Ecco allora tutte le gesta compiute dalla Benemerita sarda.

Il 22 maggio 2020, a Trinità d’Agultu (SS) e Sassari, personale del Nucleo Operativo della Compagnia di Valledoria (SS) e della Stazione capoluogo, con l’ausilio dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna e del Nucleo Cinofili di Abbasanta (OR), ha tratto in arresto su ordinanza di custodia cautelare otto soggetti, tutti di origine nigeriana residenti in massima parte presso il locale centro di accoglienza, ritenuti responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti. L’intera attività d’indagine è stata condotta con professionalità, tenacia ed eccezionale spirito di sacrificio dai militari operanti.

Il 7 giugno 2020, alle ore 23:50 a Gairo (NU), su segnalazione della Centrale Operativa della Compagnia di Jerzu, una pattuglia della Stazione CC di Tertenia ha raggiunto la SP 28 a seguito della segnalazione di una persona dispersa. Nel corso dell’attività, ostacolata tra l’altro da condizioni meteo avverse a causa della forte pioggia e vento, l’attenzione dei militari veniva attirata da un flebile lamento proveniente dal dirupo adiacente la carreggiata. Viste le difficili condizioni meteo e presumendo che la persona fosse stata esposta alle intemperie già da ore, i militari hanno deciso di intervenire senza attendere alcun ausilio. Dopo aver assicurato una fune di grosse dimensioni alla ringhiera di contenimento presente a bordo strada, hanno l’uomo calandosi pericolosamente e con grande coraggio per circa 30 metri nella scarpata. Vista l’impossibilità degli operatori del 118 di raggiungere il motociclista per portargli soccorso, questi è stato caricato in spalla a turno dai due militari che, grazie all’ausilio della corda vincolata, sono riusciti a condurre il malcapitato nuovamente in strada.

Fra giugno e luglio 2020, carabinieri della Stazione di Cagliari–San Bartolomeo hanno collaborato all’indagine avviata dalla locale Sezione Anticrimine (ROS), denominata “DAMA”. I militari, mediante una serie di operazioni di servizio culminate con arresti e sequestri, hanno contribuito efficacemente a documentare un’associazione per delinquere capeggiata da un noto pluripregiudicato, protagonista di un’intensa attività di vendita di sostanze stupefacenti del tipo cocaina ed eroina nell’area del quartiere popolare di Sant’Elia. L’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari – DDA, è riuscita a smantellare due distinti sodalizi: il primo dedito al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, possedeva qualificati contatti con emissari della famiglia della ‘Ndrangheta “Barbaro-Papalia” di Buccinasco (MI), rigidamente e gerarchicamente organizzata e operativa nell’area del citato quartiere cagliaritano. I Barbaro-Papalia avevano imposto la propria presenza sul territorio con metodi violenti e gestivano tramite interposte persone il traffico di stupefacenti a Sant’Elia. Il secondo sodalizio aveva a capo un guasilese, itinerante tra la Sardegna e la Lombardia, che si rivelava una delle principali linee di rifornimento di narcotico per le provincie di Cagliari e di Nuoro, capace di garantire l’immissione nel territorio isolano di circa 7 kg di cocaina al mese.

Dalla serata del 27 novembre 2020, il territorio della Compagnia CC di Bitti era interessato, con effetti progressivamente catastrofici, da un evento meteorologico alluvionale di particolare gravità per il quale la Protezione Civile Nazionale, nei giorni precedenti, aveva diramato diversi bollettini meteo e la conseguente massima allerta classificata con colore “Rosso”. In particolare, il centro abitato di Bitti è stato investito da una particolarmente violenta inondazione di acqua mista a fango e detriti, che provocava ovunque smottamenti e frane. I carabinieri intervenuti si sono prodigati generosamente e senza curarsi dei rischi ai quali andavano loro stessi incontro, per soccorrere la popolazione, persone anziane rimaste bloccate in casa, dispersi, bambini e adulti che stavano per essere travolti dalla piena incombente, ponendo in essere così diverse operazioni di salvataggio.

Dal febbraio 2020, nel corso delle indagini relative alla scomparsa di due fratelli (Davide e Massimiliano Mirabello) residenti nell’agro di Dolianova (CA), il RIS di Cagliari ha fornito un determinante supporto tecnico-scientifico al Comando Provinciale Carabinieri di Cagliari (Nucleo Investigativo e Compagnia di Dolianova). Le indagini di pertinenza del RIS di Cagliari, erano finalizzate da subito a supportare le ipotesi investigative dei reparti operanti. Sulla base delle attività eseguite nell’arco temporale di 1 mese, sono stati riscontrati due fondamentali indizi che consentivano all’A.G. di poter richiedere l’emissione di due Ordini di Custodia Cautelare nei confronti di due indagati. Su tutte le evidenze rinvenute, è stata di fondamentale importanza investigativa, una micro-impronta non interpretabile a livello dattiloscopico, rinvenuta sulla portiera sinistra, all’interno di un’auto dell’indagato, impronta identificata poi di appartenenza di uno degli scomparsi. A distanza di tre giorni, è stata direttamente consegnata all’A.G. la definitiva prova di coinvolgimento con la relazione di dettaglio su dei guanti, interessati di materiale ematico dell’altro fratello scomparso (Massimiliano Mirabello), con il contestuale rinvenimento all’interno del guanto di microtracce biologiche (materiale epiteliale – essudato) poi ricondotte all’indagato, il quale dopo una prima, assoluta reticenza, appreso del deposito del referto scientifico, tramite il proprio legale e il CTP, ha ritenuto opportuno fornire all’A.G. procedente piena confessione, attribuendosi la totale responsabilità del duplice omicidio e fornendo contestuali indicazioni sul luogo dove aveva rilasciato i corpi senza vita dei fratelli uccisi, rinvenuti poi in data 4 aprile 2020.

Merita di essere menzionato l’episodio in cui un giovane residente in San Nicolò d’Arcidano rinchiudeva gli anziani genitori in una stanza, minacciandoli di morte per estorcere loro una somma in denaro. A seguito di una richiesta di soccorso pervenuta sul numero di pronto intervento 112, diversi militari della Compagnia di Oristano dapprima hanno i genitori dell’uomo che nel frattempo erano riusciti a liberarsi, distogliendoli dall’attenzione del figlio. Sono riusciti quindi a intraprendere una trattativa in virtù della quale l’uomo si lasciava convincere a uscire in cortile per colloquiare più serenamente, lasciando il proprio appartamento ormai saturo del gas di una bombola. Giunto questi all’esterno i carabinieri lo hanno immobilizzato prontamente ponendolo in condizioni di non nuocere.

 

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