Site icon cagliari.vistanet.it

Davide Cannata, un sardo protagonista con Luna Rossa: “Sogno di regalare a Cagliari la Coppa America”

Luna Rossa Davide Cannata

Foto Luna Rossa press

Si chiama Davide Cannata, ha 24 anni ed è cagliaritano doc. Amante del mare, quasi per gioco scopre la vela, della quale si innamora perdutamente, entra così nel Team di Luna Rossa, di base a Cagliari per lo sviluppo della campagna fino allo scorso autunno e decide di lasciare (momentaneamente) la sua terra per seguirlo e aiutarlo a compiere la grande impresa: vincere la sua prima Coppa America.

All’età di 4 anni David è già in acqua, grande campione di nuoto, dopo le prime esperienze in piscina intraprende la carriera open-water, dedicandosi alla lunga distanza, da 5km, 10km, 20km o più. Si laurea campione regionale su diverse distanze, vincitore del gran prix nazionale granfondo cadetti 2014. Partecipa al Fina World Gran Prix Cozumel (MEX) nel 2015.

Da nuotatore a velista: cosa l’ha portata ad avvicinarsi a questo mondo?

«Ho avuto l’opportunità di partecipare alle selezioni dell’equipaggio di Luna Rossa a Cagliari. I test fisici e attitudinali per scegliere i cosiddetti ”New Generation Sailor” sono stati svolti nel centro sportivo Tribune dove io lavoravo. Non solo per le doti atletiche, ma siamo stati scelti anche perché capaci di lavorare in un team e con altre skills. Io mi occupo di elettronica e sistemi di comunicazione. Altri compagni si occupano del dipartimento idraulico, meccanico. Servivano dei ragazzi plurivalenti e, a distanza di anni, sono convinto che Max Sirena abbia formato un gruppo straordinario. Far parte di un gruppo così importante e prestigioso per me è ragione di orgoglio».

Lasciare Cagliari per navigare dall’altra parte del mondo: quali sono state le prime sensazioni lasciando la sua città?

«Entusiasmo a parte, non è stato il momento migliore per decidere di trasferirsi per 6 mesi dall’altro lato del mondo. Sono partito a settembre dall’Italia, in una fase delicata: stava riesplodendo l’emergenza Covid.  I miei amici e familiari a casa, così come tante altre persone, hanno trascorso dei mesi difficili, mentre noi, nell’isola Covid free, abbiamo vissuto molto più serenamente. Per quanto concentrato sulla Coppa, il mio pensiero è sempre stato rivolto verso la situazione difficile in Italia. Sapere che la Sardegna è diventata zona bianca mi riempie di gioia».

Ha mai avuto titubanze nell’intraprendere questa avventura?

«No. Sono proprio le avventure difficili e spaventose a regalare le emozioni più grandi. Ho già collezionato tantissimi ricordi toccanti in questi 3 anni e non è ancora finita. Iniziare la Coppa America con Luna Rossa è stato elettrizzante dal primo secondo. Ancora ci rimane l’avversario più duro e per questa ragione, in questo momento, non possiamo dare il minimo cenno di indecisione».

Brindare e sventolare la Bandiera dei Quattro Mori: può descrivere l’emozione?

«È stato un momento di pura liberazione. Bere dalla coppa e sventolare la mia bandiera è sempre stata una di quelle immagini che sognavo dall’inizio di questa avventura. Sapevo che sarebbe stato un gesto del quale tutti i miei conterranei sarebbero stati felici: rappresentare la Sardegna non è uno scherzo. Spero di regalare a tutti un’altra occasione, ancora più gloriosa, per farlo».

Il suo sogno nel cassetto?

«Portare a casa la Coppa America e regalare a Cagliari la possibilità di ospitare uno degli eventi più significativi della storia dello sport».

Si vede velista anche tra 10 anni o pensa di tornare, un giorno, a nuotare?

«Chi mi conosce bene sa che sono uno a cui piace cambiare radicalmente stile di vita, impegni, interessi. Il nuovo e l’ignoto mi entusiasmano e conoscere cose nuove è ciò che mi motiva di più nella vita. Il mondo della vela è così, dinamico, in continua evoluzione e io mi sento ancora un neofita per tante cose. Quindi penso di avere ancora tanto da dare in questo settore. Il nuoto è stata la parentesi della mia vita che mi ha insegnato di più, ma dedicarsi interamente a questo sport richiede tantissimo tempo e non lascia spazio per altro. Non penso di tornare a nuotare se non occasionalmente per il puro piacere di farmi abbracciare dall’acqua».

Tre aggettivi per descrivere sé stesso e l’esperienza che sta vivendo.

«Io mi vedo dinamico, tenace, curioso, mentre la Coppa America per me è spietata, estenuante, meravigliosa».

Exit mobile version