Site icon cagliari.vistanet.it

Zona arancione, Solinas non ci sta: “Dietro quei colori ci sono persone e attività. I vaccini? Continuiamo grazie alle scorte”

“Assistiamo a un paradosso. Mentre inauguriamo nuovi posti letto in terapia intensiva, ben trenta, e altri quattordici sono già pronti a Cagliari, nella struttura Covid del Binaghi, il Ministero decide il passaggio della Sardegna in zona arancione per il superamento della percentuale dei ricoveri. Noi riteniamo che questo calcolo sia sbagliato e già da ieri abbiamo manifestato allo stesso Ministro tutte le nostre perplessità e la contrarietà assoluta a una decisione di questo tipo”.

Lo ha dichiarato il Presidente della Regione, Christian Solinas, che oggi, a Sassari, ha inaugurato il nuovo reparto di Terapia intensiva Covid dell’Azienda ospedaliero-universitaria, allestito nella “Stecca bianca”, al piano terra della struttura di viale San Pietro.

Trenta i posti letto ospitati nel nuovo reparto i cui lavori per la realizzazione sono partiti il 7 dicembre e si sono conclusi, con grande rapidità, il 6 gennaio. “Si realizza una struttura capiente e moderna – precisa il Presidente – con il meglio delle tecnologia presente. Oggi servirà per affrontare l’emergenza Covid e ci auguriamo che molto presto possa essere dedicata all’attività clinica dell’Università e a tutti i reparti che offrono assistenza sanitaria al nord-ovest della Sardegna”.

Critica, invece, la posizione del Presidente verso l’inasprimento delle restrizioni deciso dal governo: “Dietro quei colori ci sono persone, attività economiche e produttive. Oggi tutti gli indicatori consentono di mantenere la Sardegna in zona gialla, permettendo al nostro sistema economico e produttivo, già duramente provato dal perdurare della pandemia, di continuare il proprio lavoro. Tuteleremo le ragioni della Sardegna in ogni sede”.

Il presidente ha infine concluso facendo il punto sulle vaccinazioni: “La campagna procede secondo i piani, purtroppo abbiamo subito un rallentamento dovuto alla ristrettezza di dosi trasferite dallo Stato alla Sardegna. Il contratto tra la Pfizer e lo Stato prevedevano una certa dotazione, l’azienda ne ha fornito meno e la Sardegna sta pagando un prezzo in questi termini. Tuttavia grazie alle scorte che abbiamo messo da parte contiamo di vaccinare tutto il personale sanitario con la seconda inoculazione e quindi di rendere immuni tutti i centri ospedalieri”.

Exit mobile version