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Leggende sarde. Antonio, il santo che portò il fuoco agli uomini

Si racconta in Sardegna che gli uomini dei tempi più antichi non conoscessero il sollievo del calore, e che vivessero plagiati da un gelo perenne. Questo fino a quando non intervenne Antonio, il santo che oggi viene venerato nell’Isola – e soprattutto nel Logudoro – quale portatore del fuoco.

Pare infatti che gli abitanti della Terra soffrissero da tempo immemore la morsa gelida degli inverni, e che per questo avessero deciso di rivolgersi a Sant’Antonio chiedendogli aiuto. Dopo innumerevoli preghiere il Santo si decise, e in breve bussò alla porta degli inferi dove – era noto – ardeva un fuoco eterno. Destabilizzati dalla sua visita, e dalla sua richiesta di poter entrare a scaldarsi un poco, i diavoli all’ingresso gli impedirono l’accesso, ma pare non fossero invece riusciti a fare altrettanto con il suo maialino, fedele accompagnatore del Santo.

Immediatamente la bestia – così si racconta – gettò i diavoli in uno scompiglio tale che l’intervento di Antonio – e quindi il suo ingresso nell’Inferno – divenne imprescindibile, e anzi addirittura sollecitato dagli stessi demoni. La sua presenza placò in pochi secondi l’animale, e il Santo così ne approfittò per sedersi qualche attimo al caldo della fiamma.

Secondo dinamiche che variano sulla base delle versioni della leggenda, prima di essere cacciato di malo modo Antonio pare fosse riuscito ad accostare il proprio bastone di fèrula alla fiamma. La fèrula – com’è noto – conserva al suo interno un nucleo spugnoso, capace di mantenere viva una scintilla e al contempo invisibile all’esterno, e fu grazie a questo stratagemma che – una volta fuori – il Santo poté diffondere il calore del fuoco e donarlo agli uomini.

Ancora oggi, nella notte del 17 gennaio, in ricordo del risolutivo intervento del santo, si usa accendere nei paesi i cosiddetti fuochi di Sant’Antonio.

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