Site icon cagliari.vistanet.it

Accadde oggi: il 15 gennaio 1929 nasceva Martin Luther King, leader del movimento per i diritti degli afroamericani

Martin Luther King

Martin Luther King nacque ad Atlanta il 15 gennaio 1929. Figlio di un reverendo di origini africane e irlandesi e di una donna americana, il suo nome di nascita era Micheal King. Il padre decise di cambiargli il nome solamente nel 1934, in onore del grande Martin Lutero: la decisione fu presa dopo un viaggio nella Berlino della Germania nazista, durante il quale il reverendo rimase affascinato dall’opera del celebre riformatore.

Attivista e leader indiscusso del movimento per i diritti degli afroamericani, Martin L. King dovette fare i conti con episodi razzisti già in giovane età: aveva solo 14 anni quando, di ritorno da Dublin (Georgia), insieme ad altri fu costretto a cedere il proprio posto in autobus a dei passeggeri bianchi, rimanendo in piedi per oltre 140 km. Nel 1946 inoltre – durante gli anni universitari – ottenne un’occupazione estiva all’Atlanta Railway Express Company, da dove si dimise subito per essere stato chiamato “nigger” dal suo capo bianco. Laureatosi in sociologia nel 1948, decise di diventare pastore. A soli 25 anni iniziò il lavoro da pastore in una cittadina del sud degli USA, dove la situazione razziale era una delle più dure dell’intera America: in quegli anni decise di entrare a far parte della NAACP (una delle maggiori associazioni a difesa dei diritti civili dei neri) e diventò vicepresidente del Consiglio dell’Alabama per i rapporti umani.

Ma Martin Luther King riuscì ad attirare definitivamente l’attenzione sui crescenti episodi razziali solamente con il caso Rosa Parks. Un atto estremamente coraggioso quello della donna che, nel 1955, avviò una protesta di storica importanza: di ritorno dal lavoro in un freddo giovedì sera, Rosa decise infatti di sedersi in autobus al primo posto immediatamente dopo quelli riservati ai bianchi – in quelli che erano i cosiddetti “posti comuni”-, non avendone trovato liberi in quelli riservati ai neri. Subito dopo di lei salì un uomo bianco, costretto a rimanere in piedi: l’autista chiese allora a Rosa di scendere dall’autobus, per far sedere il nuovo passeggero. Rifiutando di alzarsi in modo deciso, l’eroina venne fatta arrestare da due poliziotti, dando così inizio a una vera e propria protesta. Cruciale in quella notte il ruolo di Martin L. King: insieme ad altri leader delle comunità afroamericane, decise di boicottare i mezzi pubblici di Montgomery, affinché venisse messo un punto a una pratica discriminatoria che andava avanti da troppi anni.

Per i 10 anni successivi Martin Luther King continuò a esporsi in pubblico, tenendo discorsi e organizzando proteste non violente per arginare i problemi razziali, ma soprattutto per far sì che i diritti civili degli afroamericani venissero protetti una volta per tutte. Il 1963 lo vide impegnato come promotore in un’altra celebre protesta: a Birmingham (Alabama), adottò addirittura la disobbedienza civile, infrangendo tutte le leggi che riteneva ingiuste e discriminatorie, consapevole delle conseguenze penali. In quell’occasione 250 manifestanti occuparono dei ristoranti proibiti a neri, sedendosi sul pavimento fino a quando non intervenne la polizia trascinandoli letteralmente fuori.

Risale allo stesso anno la famosa “marcia per il lavoro e per la libertà” a Washington, organizzata insieme a molti altri leader e attivisti e alla quale parteciparono 250.000 persone, di cui 50.000 afroamericane. Fu in questa occasione che M. L. King fece il suo celebre discorso “I have a dream”: il sogno dell’attivista era di vedere riconosciuti i diritti civili dei neri, la fine delle discriminazioni razziali e soprattutto quello di vivere in una nazione che non avrebbe più giudicato le persone per il colore della loro pelle, ma per le capacità.

Sono numerosi i riconoscimenti di Martin Luther King, alcuni dei quali ottenuti dopo la morte: vinse il premio Nobel per la pace già nel 1964, nel 1983 venne invece istituito in America il M. L. King day, da celebrare ogni anno il terzo lunedì di gennaio, vicino alla sua nascita. Postumi anche il premio per i diritti umani Marcus Garvey, un riconoscimento in denaro donato alla vedova Coretta King nel 1968 e il Grammy Award nel 1970 per il miglior Album Parlato per Why I Oppose the War in Vietnam 1970. Più di 700 città statunitensi hanno inoltre una via dedicata al pastore.
Anche diversi cantanti hanno dedicato un pensiero a Martin Luther King: è a lui dedicata la canzone Pride degli U2 e fanno riferimento al leader anche One Vision dei Queen, Man in the Mirror, They Don’t Care About Us e HIstory di Micheal Jackson.  [SARA SIRIGU]

Exit mobile version