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Scorie nucleari, è pubblica la mappa del deposito: la Sardegna è tra le aree idonee

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Il Governo ha tolto il segreto sul deposito delle scorie nucleari.

La Sogin, la società dello Stato italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, ha pubblicato la mappa con le zone ritenute idonee allo smaltimento.

Si tratta della CNAPI, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee ad “ospitare” le scorie nucleari residuo dell’attività industriale italiana.

La Sardegna è tra le regioni interessate da questa mappa. Le altre sono il Piemonte, la Toscana, il Lazio, la Sicilia e la Basilicata.

Come si può vedere nella cartina pubblicata dalla Sogin i depositi sardi individuati andrebbero a sorgere a cavallo tra le province di Oristano e del Sud Sardegna.

Andiamo nel dettaglio con la tavola della Cnapi relativa all’Isola. I comuni interessati sono Siapiccia, Albagiara, Assolo, Mogorella, Usellus, Assolo, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Tuili, Ussaramanna, Gergei, Las Plassas, Villamar, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Guasila e Ortacesus.

«La proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) costituisce il primo passo di un percorso condiviso e partecipato che porterà a individuare il sito dove realizzare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico – si legge sul sito ufficiale del Deposito Nazionale -. Elaborata da Sogin, la proposta di CNAPI è stata validata da ISIN (ex ISPRA), e successivamente dai Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente. La sua pubblicazione, autorizzata con nulla osta ministeriale del 30/12/2020, insieme a quella del Progetto preliminare del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico, apre la fase di consultazione pubblica».

«“Per ‘aree potenzialmente idonee’ – si legge ancora – si intendono le aree, anche vaste, che presentano caratteristiche favorevoli alla individuazione di siti in grado di risultare idonei alla localizzazione del deposito attraverso successive indagini tecniche specifiche e sulla base degli esiti di analisi di sicurezza condotte tenendo conto delle caratteristiche progettuali della struttura del deposito”».

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