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Pmi sarde devastate dal Covid, Cna Sardegna: il 35% è a rischio fallimento

Sciopero sit in lavoratori costruzioni edilizia muratori muratore

Sono numeri scioccanti quelli pubblicati nell’ultimo report di Cna Sardegna sugli effetti della pandemia Covid sull’economia della Sardegna.

Nel periodo compreso tra giugno e ottobre il 19,1% delle imprese sarde (1 su 5) ha subito perdite superiori al 50% del fatturato o addirittura non ne ha conseguito alcuno. Il 21% non ha in previsione risultati migliori nei tre mesi invernali appena iniziati.

Il 40% delle aziende sarde con più di tre addetti è a corto di liquidità come non è mai successo prima e il 35% considera fortemente a rischio la propria impresa nel primo semestre del 2021. In poche parole più di un terzo delle imprese sarde rischia di fallire. Stiamo parlando di 23.500 piccole e medie imprese in cui lavorano 188 mila persone.

In calo anche le assunzioni, mentre il 29% delle imprese ha ridotto il personale dipendente non rinnovando i contratti a termine.

«Lo scenario è preoccupante – spiegano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, presidente e segretario regionale della Cna Sardegna – L’impatto sui fatturati nella seconda parte del 2020 è stato tra i più marcati e la carenza di liquidità rischia di mettere in ginocchio tante attività, specialmente se il sistema del credito regionale, tra i più vulnerabili in Italia, dovesse restringere i rubinetti del credito. Effetti marginali o quasi nulli per le decine di migliaia di piccolissime imprese sarde – proseguono – dal Fondo Emergenza Imprese e (R)esisto, pensati solo per le grandi strutture di impresa che dreneranno a loro favore la quasi totalità delle risorse».

 

 

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