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Ospedali sardi al collasso, ma per ora non ci sarà un lockdown

Lo hanno riconosciuto anche il Governatore e l’assessore alla Sanità Nieddu: la situazione è grave, si rischia il collasso solo ieri quasi 350 nuovi positivi in Sardegna. Ieri mattina alla riunione in videoconferenza cui hanno partecipato i capigruppo in Consiglio regionale, il presidente Solinas, l’Assessore alla Sanità Nieddu e il Comitato tecnico Scientifico (composto da Tidore, Viella e Sotgiu) è stato fatto il punto della situazione.

Secondo quanto emerso la situazione negli ospedali rischia di essere completamente fuori controllo nel giro di pochi giorni. Per gli esperti i giovani tra i 15 e i 25 anni sarebbero i driver del virus, pertanto, sarebbe importante per bloccare la diffusione intervenire proprio in quei settori della vita quotidiana in cui il contatto tra le persone di questa fascia di età è più frequente. Sempre più probabile la didattica a distanza per superiori e università.

Ci sarà probabilmente una stretta sull’orario di apertura di Bar, locali e luoghi di assembramento.  Si è parlato di una probabile chiusura di parchi, associazioni sportive e altri spazi. Naturalmente si intensificheranno i controlli. Disponibilità al dialogo da parte delle opposizioni.

«Anche il Governatore ha riconosce che la situazione è quasi al collasso – ha affermato Michele Ciusa, capogruppo dei Cinque Stelle – bisogna tutelare la salute dei sardi e l’economia, ma mettendo in atto una strategia che sarebbe dovuta essere messa in atto già nei mesi scorsi. Mi auguro che venga attuata prima possibile, perché il fattore tempo in questa partita è fondamentale. Il contenimento non dipende solo dalle chiusure».

Sulla stessa linea i Progressisti: « Adesso rispetto a una settimana fa c’è una maggiore consapevolezza anche da parte da della maggioranza- ha puntualizzato il capogruppo Francesco Agus- rispetto alla gravità della situazione e nella riunione di oggi è emersa. Noi abbiamo segnalato più volte la criticità del sistema sanitario, che doveva essere migliorato prima, in previsione della seconda ondata di contagi».

«Non si può pensare solo di chiudere tutto, senza pensare anche a migliorare con strategie mirate tutto ciò che ruota intorno alla pandemia. Come sanità e trasporti, come potenziare le strutture ricettive dove accogliere i soggetti positivi che non necessitano di ricovero, il potenziamento delle Usca, L’assunzione di medici per fare un maggior numero di tamponi, tamponi rapidi. Auspichiamo che le chiusure soprattutto quelle legate alla chiusura di porti e aeroporti, per evitare la telenovela dei mesi scorsi, vengano concordate col Governo centrale. Non serve una chiusura totale se non si adottano anche strategia per il futuro altrimenti alla riapertura ci troveremo nuovamente nella stessa posizione di prima. Chiediamo che vengano adottate anche misure economiche importanti per ristorare le attività produttive che saranno danneggiate dalla nuova chiusura. E soprattutto – conclude Agus- che questo venga fatto al più presto, ore e non giorni perché non rimane più tempo».

 

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