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La testimonianza di Natascia, positiva al Covid: “È tutto vero: i sintomi, l’isolamento, l’attesa, i sensi di colpa, la rabbia”

Il messaggio, affidato ai social, di una ragazza di Tonara risultata positiva al Covid-19. La lotta con la malattia e i sensi di colpa, raccontata da Natascia Talloru a Tottus in Pari, in attesa che i suoi tamponi indichino la nagativizzazione avvenuta e che lo stesso risultato giunga anche per i suoi cari.

Riportiamo integralmente il suo toccante post:

«Sono risultata positiva al Covid-19. E non arriva dalle ostriche, come ha scritto Selvaggia Lucarelli. Ci sarebbe tanto da scrivere su questa condizione che sto vivendo ma la prima cosa da dire è che è tutto vero.

Ciò che si leggeva nei giornali, l’isolamento, i sintomi, i protocolli da seguire.

È vera anche la solitudine, sola col tuo male e i pensieri sconnessi, a convivere con la paura che la tua salute possa peggiorare da un momento all’altro. Che possa mancarti l’aria e il respiro.

Ad attendere le telefonate dei diversi uffici di Igiene Pubblica: Núoro, Macomer, Oristano. Insomma, chi è che segue il mio caso? A correre, sempre in solitaria, verso il San Francesco, sotto il gazebo del Pronto Soccorso, senza nemmeno capire dove mi trovassi. A sperare nella telefonata giornaliera del medico di base per darmi conforto, anche se dovevo solamente rispondere sì e no alle domande del protocollo.

Eppure io una figura sanitaria, anche tutta bardata, l’avrei voluta vedere in casa. Per rassicurarmi sarebbe bastata la misurazione di una pressione, o l’auscultazione dei miei polmoni.

Invece no, ho convissuto con le mie paure, l’oscurità della mente e il mio fisico debole. E sarà così fino alla fine. Fino al prossimo tampone, si spera l’ultimo.

È tutto vero, dicevo, anche i sintomi: tosse secca, febbre dai 37,5 in su, astenìa, dolori muscolari e articolari e dopo giorni, quei sintomi maledetti che ti fanno perdere la speranza, ancor prima di avere avuto conferme: perdita del gusto e dell’olfatto. Tutto superabile in fondo, ma il senso di colpa no, non lo superi. Per quegli incontri, fragili, che hai avuto prima, quando ancora non potevi sapere.

Ti si attacca addosso, il senso di colpa, finché non avrai la certezza che tutto andrà bene per ogni singolo contatto. E il Sistema Sanitario?

Caro vecchio Sistema Sanitario, quando ti vedo soffrire io soffro con te, che sono un’esteta della salute. Ti ho osservato da vicino questi giorni, toccato con mano. Ho visto la fatica nel compiere ogni singolo passo e mi sono sentita impotente. Incazzata col mondo, con la politica, con la gente che se ne frega di ogni cosa, anche di te. Io sono solo una goccia in mezzo a un oceano ma quel che c’è da dire deve essere detto. È utopia forse ma spero sempre nel buon senso e nella razionalità, anche conseguente a un piccolo scritto come questo.

Occorre attenzione, c’è poco da tergiversare. Bisogna convivere con le antennine sollevate e non abbassare mai la guardia, altrimenti vi trovereste come me a stabilire un patto d’amore e odio con lui: il termometro, la vera rivelazione del momento!

In modo particolare quello digitale: 1 minuto e taaac…sai di che dolore devi patire!

Buona vita e in bocca al lupo a tutti!».

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