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31 anni fa la morte di Scirea. Lo sapevate che fece il suo esordio contro il Cagliari?

Scirea - a sinistra con la maglia della nazionale a destra con quella dell'Atalanta

Scirea - a sinistra con la maglia della nazionale a destra con quella dell'Atalanta

Nel calcio italiano degli anni settanta e ottanta, con tante sfide sentite e infuocate spiccava un giocatore atipico: Gaetano Scirea. Uno dei difensori più forti di sempre, mai scomposto negli interventi e sempre corretto, capace nella sua carriera di non incorrere mai in un cartellino rosso.

Oggi ricorre la sua morte, avvenuta nel 1989 in un terribile incidente in Polonia, di ritorno da una missione per vedere l’avversaria polacca di Coppa Uefa della Juventus, il Gornik Zabrze. Solo l’anno prima aveva appeso le scarpette al chiodo a 35 anni, per poi diventare allenatore in seconda dell’amico e dell’ex compagno di squadra Dino Zoff.

L’esordio di Scirea con l’Atalanta, datato 24 settembre 1972, avvenne al Sant’Elia contro l’allora “Grande Cagliari”. Ancora nelle fila rossoblù giocavano quasi tutti i protagonisti dello scudetto tra i quali: Albertosi, Nenè, Domenghini, Gori e Riva. Il giovane Scirea giocò in sostituzione del libero titolare Savoia infortunato, per l’occasione adattandosi a quel ruolo visto che all’epoca giocava a centrocampo.  Il risultato della partita, fu di perfetta parità uno 0-0 dove spiccò la prestazione del diciannovenne Scirea, tanto da farlo preferire in seguito al libero titolare della squadra orobica.

Un “battesimo” calcistico fortunato al Sant’Elia, in quanto due anni dopo sarebbe approdato alla Juventus a sostituire il libero Sandro Salvadore, uno dei mostri sacri tra i difensori italiani dell’epoca.

Una carriera lunga quattordici anni alla Juventus, dove si aggiudicherà tanti scudetti e insieme al compagno Antonio Cabrini sarà il primo giocatore a vincere tutte le competizioni per club organizzate dalla Uefa. Scirea è stato per quasi tre lustri anche uno dei pilastri della Nazionale italiana, con la quale ha esordito nel 1975.

Negli occhi degli appassionati di calcio rimane l’azione del secondo goal nella vittoriosa finale del Mondiale 1982. Fu proprio un’avanzata dalla difesa di Scirea, a testa alta, a dare il via all’azione. Sublimata da un suo tacco in area per Giuseppe Bergomi, e sulla palla di ritorno, a servire l’assist per la rete di Marco Tardelli.

Scirea era un campione in campo, ma soprattutto un fuoriclasse nella vita, come viene ricordato dai compagni e dagli avversari dell’epoca. Nessuno lo sapeva, ma quel giorno nel ’72, a Cagliari tra le leggende rossoblù, esordiva un’altra stella del calcio.

Roberto Anedda

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