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(VIDEO) La rabbia dei pazienti dell’Oncologico di Cagliari: “Il cancro non va in ferie, basta disagi”

presidio pazienti oncologici

«Il cancro non va in ferie». È il grido d’allarme dei pazienti oncologici e dei loro familiari che non ci stanno a essere trattati come ciò che definiscono “pacchi postali”e chiedono a gran voce di essere ascoltati. Si sono ritrovati stamattina davanti all’ospedale Businco, da cinque anni accorpato all’Azienda ospedaliera Brotzu. Durante il sit-in, organizzato dal sindacato Usb Sanità, sono arrivati i due consiglieri regionali del M5S Denise Manca e Michele Ciusa, i quali hanno ascoltato le ragioni dei manifestanti per poi farle presenti nel corso di un’audizione che hanno chiesto e ottenuto dal Commissario straordinario Paolo Cannas. Audizione che, mentre scriviamo, è ancora in corso.

I congilieri regionali del M5S Manca e Ciusa a colloquio con i manifestanti

L’odissea dei pazienti oncologici è enorme: oltre alla malattia, devono affrontare anche tutti gli ostacoli della burocrazia, primo fra tutti le liste d’attesa divenute ancora più lunghe a causa dell’emergenza Covid-19. «Ho avuto la diagnosi di tumore a ottobre, qui all’Oncologico mi avevano detto che mi avrebbero potuto operare a giugno, quindi il Covid qui non c’entra nulla – dice Pasquale Di Carlo, romano ma residente in Sardegna – Sono dovuto andare prima a Roma e poi a Sassari. È una vergogna».

I pazienti e i loro familiari lamentano il fatto di dover andare al presidio ospedaliero San Michele per essere sottoposti agli interventi già programmati. Il commissario Paolo Cannas, replica a chi critica la “chiusura” delle sale operatorie: «Effettuiamo comunque gli interventi urgenti, ma per quelli programmati i pazienti devono andare al San Michele, che comunque dista circa cinquecento metri da qui, il che non è gravoso per loro». Cannas risponde a chi critica la “chiusura” delle sale operatorie per dei lavori di rifacimento dei pavimenti e dei rivestimenti delle aree antistanti le sale operatorie: «Trovo ingenerose queste critiche. Noi garantiamo gli interventi d’urgenza, ma per quelli già programmati da tempo mandiamo i pazienti al presidio ospedaliero San Michele, che dista 500 metri da qui e lì vengono assistiti con cura e dedizione. Stiamo facendo questi lavori necessari, cominceranno il 17 e termineranno il 27 di questo mese».

Ma di questa risposta i manifestanti non sono per niente soddisfatti: «Dieci giorni sono troppi per lavori che possono essere fatti in poco tempo senza creare disagi – dice Gianfranco Angioni di Usb Sanità – Faremo un esposto alla Procura della Repubblica, perché è impensabile che questi pazienti debbano attendere o essere spediti come pacchi postali in altri presidi. Il tumore è una malattia che non può aspettare». Di parere diverso Giuseppina Pisu, madre di una paziente con un carcinoma mammario: «Mia figlia qui viene assistita in maniera eccellente, sono tutti gentilissimi e lei non ha dovuto aspettare per essere assistita». Nel video qui sotto il racconto Esperienza diversa invece quella di Emanuela Cosssu (intervistata nel video qui sotto, insieme al commissario Cannas), il cui padre è in cura proprio al Businco.

Il sindacato Usb Sanità è preoccupato anche per il personale dell’Oncologico, «già stremato per le difficoltà organizzative causate dalla carenza cronica di diverse figure professionali e che ora si vedrà  coinvolto nelle fasi operative, oltre a farsi carico del trasporto e riporto dei pazienti, ora dovrà provvedere anche al trasporto del materiale (ferri chirurgici, campi operatori, eccetera) in utilizzo, e della sanificazione della sala operatoria. Chiediamo che si predispongano immediatamente delle sale operatorie mobili nelle pertinenze dell’Oncologico».