Modificata con un programma, registrata e trasmessa nella stanza – al buio – dell’11enne in quella che è stata ribattezzata la “villetta degli orrori”, ad Arzachena: era così che la voce del papà diventava quella del Diavolo.

Insieme alla madre e alla zia, l’uomo torturava e puniva il bambino.

Il giudice del Tribunale di Tempio, Marco Contu, ha parlato ampiamente delle violenze nelle motivazioni della sentenza con cui, un mese fa, i due genitori e la zia del bimbo sono stati condannati a 8 anni per sequestro di persone e maltrattamento.

«Persone prive del benché minimo senso morale e di umanità, spietate e senza scrupoli, le quali non hanno esitato ad abusare, letteralmente torturandolo, di un soggetto di minore età assolutamente indifeso e alla loro mercé»: queste le motivazioni depositate ieri.

Per mesi il bimbo aveva subito violenze fisiche e psicologiche dai genitori che, per educarlo, lo chiudevano in una stanza al buio, senza il letto e con due pagnotte rafferme come pasto.

8 anni di reclusione ai genitori e alla zia materna del bambino, che adesso ha 12 anni, segregato e maltrattato nella villetta di famiglia, ad Arzachena, tra il 2018 e il 2019.

Il gip del tribunale di Tempio, Marco Contu, ha riconosciuto una provvisionale di 100mila euro per la vittima e ha revocato la potestà genitoriale. La sentenza è stata pronunciata dopo circa un’ora e mezzo di camera di consiglio. Tutti e tre gli imputati avevano ammesso le proprie responsabilità al momento dell’arresto.

La zia aveva confessato di essere lei l’ispiratrice dei metodi “correttivi” con cui veniva torturato il piccolo. Il bimbo era stato liberato la notte del 29 giugno 2019, dopo una sua telefonata al 112.