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Il chitarrista Sergio Matta si racconta: dalle collaborazioni con i big della musica alle difficoltà del post-Covid

Il chitarrista Sergio Matta

Si definisce “un chitarrista che prova a cantare”. Sergio Matta, cagliaritano (più precisamente, pirrese) ma residente a Sestu, aveva sei anni quando ha cominciato ad amare la musica: «All’epoca suonavo l’armonica a bocca, mi piaceva anche la fisarmonica – racconta – ma sognavo la chitarra. In seguito mi sono costruito una chitarra con una lenza per pescare, finché a 12 anni me ne hanno regalato una vera».

Inizialmente si era iscritto al Conservatorio, poi non ha potuto proseguire perché suonava già nelle band. Ha continuato a studiare da autodidatta. Dopo essersi esibito per quindici anni  nelle piazze e nei locali di tutta la Sardegna con vere formazioni, nel 1990 insieme a sua moglie Marcella Linoti forma il gruppo “Blue Gardenia” girando su e giù nei locali e nelle piazze dell’isola. Da due anni suona in formazione acustica col duo chiamato “Ensenada voz y guitarra”, sempre con la moglie Marcella. Un nome scelto per caso perché pronunciato suonava bene: «Tra l’altro Ensenada è anche la città messicana sede di una delle tante fabbriche di chitarre Fender, di cui sono molto patito».

Le canzoni proposte dagli Ensenada sono in spagnolo, italiano e portoghese e spaziano dal soft lounge alla bossanova, fino alle sonorità spagnole: «Ci sentiamo molto più latini», dice Sergio. Con Marcella esegue brani di Jobim, Chico Mendes, Maria Gadù, Michel Telò, Julietta Venegas, Santana, Manu Chao, Jarabe De Palo, Toquino, Sting, Pino Daniele, Edoardo Bennato, Francesco De Gregori, Fabrizio De Andrè, Negrita, Mina e Ornella Vanoni. Tiene a precisare che le esibizioni musicali del duo «non sono urlate. Le persone in certi locali, infatti, possono tranquillamente mangiare e contemporaneamente ascoltare musica dal vivo in sottofondo».

Ma Sergio non si sarebbe mai aspettato che sarebbe arrivata una pandemia e che il mondo (compreso il settore della musica) sarebbe cambiato radicalmente: «Dopo il lockdown abbiamo ripreso a esibirci, prima si lavorava discretamente, ora le esibizioni si sono ridotte tanto. Alcuni gestori di locali non hanno nemmeno aperto o se lo hanno fatto devono ridurre i costi e quindi rinunciano alla musica».

La carriera musicale di Sergio è alquanto ricca di esperienze e inizia nel lontano 1970, quando suona con piccole formazioni, tra cui gli “Ufo”. Con loro partecipa al concorso regionale indetto da Rai Radio Sardegna, “Take Off”, presentato da Piero Marras. Dopo la breve esperienza al Conservatorio, nel 1975 entra nella band “Nuovi Rivali & Lucio Salis”, gruppo storico sardo; con loro fa diverse tournée nelle piazze, e fa anche da supporter nientemeno che a Gilda, Walter Chiari e Rocky Roberts. Tra l’85 e l’86 è componente del gruppo di Piero Marras e partecipa alla registrazione nei teatri tenda di Cagliari e Sassari, dell’album “Marras Live”.

Insieme al complesso Bottega del Fabbro, Sergio intraprende numerose partecipazioni a tournée, tra cui quelle di Riccardo Del Turco, Baby Rainbow e Dik Dik. Tra il 1979 e il 1986, inoltre, entra a far parte di altre formazioni, tra le quali Black Stones, Sardana, Mario Fabiani, Jeffrey & Super Gruppone e Odissea, con il quale partecipa al Concorso nazionale Caorle. Sergio ha fatto anche da supporter per artisti del calibro di Leano Morelli, Michele Pecora, Frank Raya, Flavia Fortunato, Giovanna, Bottega dell’Arte, Nicola Di Bari, Jo Squillo, Gianni Nazzaro e Alfredo Barrago.

Per il futuro ha un progetto chiaro: «Incidere un disco in acustico». Per chi volesse sentirli dal vivo, sabato si esibiranno al “Victory by Lord Nelson” di Marina di Capitana.

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