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Salute e bellezza: l’Elicriso, “S’erba de Santa Maria”, profumo di Sardegna, l’aromatica dalle mille proprietà curative

Quella più diffusa in Sardegna è la sottospecie italicum microphyllum e si trova anche in Corsica e nelle Baleari concentrata soprattutto nelle zone aride vicino al mare e, all’interno, nei terreni pietrosi. Il suo gradevole profumo è utilissimo per tenere lontane la tarme e i lepisma saccharina, i pesciolini d’argento, e profumare la biancheria.

foto Riza

Un tempo le piante di elicriso, chiamato anche Frore’e Santu Juanne, venivano utilizzate per bruciare le setole dei maiali macellati, perché conferivano un gradevole aroma al lardo. Mentre le sue foglie possono essere utilizzate per aromatizzare i cibi esattamente come la salvia e il rosmarino, da questa pianta si estrae anche un olio adatto ad insaporire alcuni cibi.

 

I fiori di elicriso, mantengono le loro caratteristiche, colore e profumo anche essiccati, basta raccoglierli e lasciarli essiccare qualche settimana appesi capovolti e in un luogo asciutto, sembreranno freschi e dureranno moltissimo. Vengono utilizzati per la realizzazione di composizioni di fiori secchi anche a livello industriale.

L’elicriso trova largo impiego in cosmetica, dove viene utilizzato come stabilizzante per profumi. Ma è soprattutto in ambito terapeutico che si utilizza. Recenti ricerche hanno dimostrato che l’elicrisina, possiede ottime virtù curative. Questa sostanza, che contiene oli essenziali, acido caffeico, acido ursolico e resine costituisce un vero toccasana per le patologie dell’apparato respiratorio, in particolare asma e bronchiti. Antinfiammatoria, antiedemigeno, analgesico, decongestionante, antiallergico, antieritematoso, fotoprotettivo è utile per la cura delle malattie reumatiche, epatiche, delle flebiti, delle cefalee e perfino nelle ustioni e per curare i geloni e sotto forma di unguento l’elicriso si è rivelato efficace anche nella cura della psoriasi.

Il suo nome deriva dal greco, helios che significa sole e chrysos, oro, per il colore dei fiori. L’elicriso veniva raccolto la sera prima di San Giovanni e suddiviso in mazzetti che si immergevano nell’acqua e venivano lasciati una notte a bagno. Il mattino della festa di San Giovanni, ci si lavava le mani con l’acqua così aromatizzata. Nel nord Sardegna invece veniva utilizzato per alimentare i fuochi di San Giovanni, tradizione vuole che i ragazzi in coppia, maschio e femmina, tenendosi per mano, saltassero il falò e diventando “cumpari e cumari de miccarori” , (compari di fazzoletto).

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