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Salute, economia, turismo. Le riflessioni di Emiliano Deiana, alla guida di Anci Sardegna

 

Nelle prossime settimane in Sardegna ci sarà – grazie alle presenze turistiche – un aumento della popolazione (temporaneamente) residente. Le riflessioni affidate ai social di Emiliano Deiana – presidente Anci Sardegna – su turismo, salute ed economia.

Le riportiamo integralmente:

«Certo non sarà un’estate come le altre, ma possiamo ragionevolmente aspirare – non fosse altro per la presenza di innumerevoli “seconde case” – ad essere una meta ambìta nella così detta “industria turistica”.

Evito lo sguardo rivolto all’indietro, alle polemiche di Sala, agli annunci – spesso non accompagnati da atti e fatti – di parte sarda, alla pretesa di classi dirigenti di altre realtà territoriali ancora invischiate nell’emergenza Covid19 come la Lombardia di comportarsi esattamente come le altre realtà che meglio hanno affrontato la pandemia.

Ho letto, questi giorni, delle polemiche sui pochi controlli in porti e aeroporti sardi. Siccome avevo già avuto modo di dirne (e di scriverne) nelle sedi proprie ribadisco: i controlli devono essere “accentuati” nei porti e negli aeroporti di partenza, non solo in quelli di arrivo.

Se uno ha la febbre al porto di Genova non parte. Non aspetto che arrivi a Porto Torres per misurargli la temperatura. Ministero, Regione Sardegna e Regioni, società di gestione aeroportuale e portuale si dovrebbero accordare su questo punto. Posto che, per sicurezza ulteriore, i controlli si rifanno anche all’arrivo. Ma andiamo al cuore del problema.

Uno dei motivi per cui, anche in Sardegna, abbiamo sposato la “logica” del lockdown che, ora è evidente, ha dato i suoi frutti portandoci ad essere una delle regioni coi più bassi indici di contagio, era (ed è) la fragilità del sistema sanitario sardo dal quale – ahinoi – sono partiti e radicalizzati la gran parte dei contagi da Coronavirus nei mesi scorsi.

Sappiamo bene che il turismo nostrano si sviluppa per “poli” e su aree ben determinate della costa ovvero che non c’è uniformità nelle presenze turistiche su tutto il territorio regionale. In Gallura, ad esempio, dove si raccoglie una fetta maggioritaria delle presenze turistiche regionali cosa si sta pensando di fare? Qui ci sono quattro ospedali: Olbia pubblico, Olbia privato, Tempio Pausania e La Maddalena.

Per La Maddalena che è un’isola nell’isola sono previsti interventi eccezionali sulla struttura ospedaliera e sul sistema trasportistico? Si stanno rafforzando le terapie intensive su questo territorio? E negli altri a maggiore presenza antropica e turistica?

Uno o una che non è in vacanza e su un territorio ci vive dalla nascita (o ci è arrivato nel tempo) che deve fare una visita urgente deve aspettare la fine della stagione turistica oppure il suo diritto alla salute viene tutelato senza “mischiarlo” con ipotetici casi da Covid19?

Si stanno predisponendo delle unità assistenziali mobili sulla scorta di ciò che avviene in altre regioni? Le Unità Speciali per la Continuità Assistenziale (USCA) sono pronte e dislocate nelle aree a maggior presenza turistica? Sono dotate di DPI sufficienti per affrontare una possibile crisi?

Come si “armonizzano” le Usca con le più conosciute Guardie Mediche? Un turista che si sente male in una struttura alberghiera dove lo portiamo? Lo facciamo vagare per i pronto soccorso di mezza Sardegna o possiamo già fornire indicazioni precise sulle procedure specie se si tratta di stranieri o continentali meno avvezzi alla conoscenza del sistema sanitario della Sardegna?

Se si verificasse – speriamo di no! – un focolaio in una ben determinata località turistica che si fa? Si costituisce un cordone sanitario attorno o si chiude DI NUOVO tutta la Sardegna compreso il bar di Piricherfa e il barbiere di Arasolè?

Negli ospedali la questione DPI è sistemata? Ne hanno a sufficienza a reggere l’onda d’urto – speriamo di no! – di una popolazione che potrebbe aumentare fino a tre volte?

Si badi: non è terrorismo. È precauzione. Mi auguro che queste programmazioni minimali siano già state adottate dalle autorità regionali e sanitarie, ma sarebbe utile che la popolazione le conoscesse e le conoscessero soprattutto gli operatori turistici e gli stessi visitatori che arriveranno qui nelle prossime settimane».

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