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Blitz dell’USB della sanità sarda dall’Assessore Nieddu: «Basta soldi al Mater Olbia»

La protesta era estesa a tutta l’Italia, a Cagliari si è svolta davanti all’Assessorato alla sanità. I rappresentanti dell’USB hanno chiesto un incontro, da dicembre secondo quanto affermato da Gianfranco Angioni dell’USB, mai ottenuto con l’Assessore. Dunque stamattina hanno deciso di irrompere nella sala delle conferenza dove stava parlando proprio l’Assessore Nieddu.

Numerose le richieste dei rappresentanti sindacali, in particolare la loro preoccupazione riguarda la mancanza di linee guida precise su come gestire la ripresa dell’attività ordinaria degli ospedali dopo l’emergenza sanitaria. Le lunghissime liste d’attesa che si prospettano, la precarietà delle strutture e degli edifici che ospitano alcuni ospedali sardi.

Inoltre all’Assessore sono state richieste le certificazioni sui DPI forniti agli operatori che sembra non siano mai state consegnate: «Dovevamo essere i tutori della salute – ha affermato Angioni- e invece siamo diventati veicoli di contagio». Angioni ha poi chiesto conto dei 200mila euro di test per la rilevazione del coronavirus acquistati dal Brotzu e che avrebbero dovuto essere somministrati agli operatori sanitari.

L’Assessore Nieddu ha risposto che tutte le decisioni sulla sanità sarda riguardanti gli operatori erano state concordate con i rappresentanti sindacali, le certificazioni sono pubbliche e dei test 10mila non sono ancora arrivati e gli altri sono stati utilizzati per l’indagine epidemiologica. Evidentemente le risposte dell’assessore però non hanno soddisfatto i manifestanti, e la discussione è degenerata.

I rappresentanti sindacali hanno chiesto in maniera colorita di non essere chiamati eroi, visto che la promessa di bonus e premi per il grande impegno profuso nei fatti non si è mai concretizzata e i lavoratori non vengono regolarmente sottoposti ai test.

 

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