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Accadde oggi. 3 aprile 2011: muore a San Gavino Franco Putzolu, il “Forattini sardo”

Si spense il 3 aprile 2011, all’età di 75 anni, l’illustratore, sceneggiatore e fumettista Franco Putzolu. Classe 1936, nato a Serramanna, il “Forattini sardo” fu uno dei più apprezzati vignettisti sardi e italiani, considerato dai più un narratore acuto e consapevole della società sarda, capace di comunicare con tratti semplici ed essenziali.

 

Tante, nel corso degli anni, le riviste e i quotidiani con cui collaborò, da L’Unione Sarda al Corriere della Sera, passando per Il travaso delle idee. Indimenticabili alcuni dei caroselli cui collaborò, per i quali diede vita a personaggi divenuti celeberrimi, come la triade di Babbut, Mammut e FigliutCapitan Trinchetto, prodotto dallo studio d’animazione dei fratelli Gavioli e sceneggiato dallo stesso Putzolu.

Le prime esperienze artistiche, già negli ’40, Putzolu le aveva maturate a Serramanna. Poi, nel 1953, erano arrivati i primi lavori realizzati per alcune riviste italiane, come illustratore per Il calcio e il ciclismo illustrato. A metà degli anni ’60, quindi, l’approdo a L’Unione Sarda, contesto nel quale si fece presto notare per la satira arguta e sorridente, in quello stile perfettamente oraziano che caratterizzò le vignette umoristiche del quotidiano per oltre trent’anni. Uno stile che bene andò a condensarsi in Sardus Filius, striscia satirica realizzata sulla scia di Sardus Pater, lanciata da Antonio Castangia. La sua satira di costume, che andava a raccontare senza titubanze la società sarda con l’occhio acuto di chi la conosce bene, lasciava comunque di frequente il passo a brevi incursioni nel mondo dello sport, per cui raccontò il mitico Cagliari di Riva e Scopigno. Nello stesso periodo aderì poi al circolo dei Disegnatori Riuniti, quell’agenzia fondata da Cassio Morosetti il cui motto era decisamente eloquente: “Anche quando si disegna un tavolo, si deve fare qualcosa di umoristico“.

Gli ultimi anni dell’artista, segnati dall’incedere di numerosi problemi di salute, avevano registrato un inevitabile rallentamento. Nel 2008, pochi anni prima della scomparsa, l’amministrazione di Serramanna ne riconobbe il merito con l’inserimento nel “Serramannensis Gens“, riconoscimento voluto per omaggiare “quei cittadini che con la loro opera hanno dato lustro a Serramanna”.

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