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Coronavirus, l’Orto di Eleonora dona maschere e tute all’ospedale di San Gavino e devolve alla sanità parte del ricavato

L'orto di Eleonora Coronavirus

Sono tante le iniziative che L’Orto di Eleonora, azienda leader in Sardegna nella produzione di prodotti ortofrutticoli, sta ponendo in essere per dare il proprio apporto all’emergenza Coronavirus.

Il primo nobile gesto è stato quello di donare all’ospedale di San Gavino Monreale maschere e tutte protettive. I dispositivi di protezione individuale sono stati recapitati al Nostra Signora di Bonaria nei giorni scorsi. 

Un’altra iniziativa è quella della Campagna “Fragolose per gli ospedali”. Parte del ricavato della vendita delle Fragolose, le fragole dell’Orto di Eleonora, sarà devoluto in favore degli ospedali sardi, oggi in severa difficoltà.

Già, perché come per tutte le aziende italiane impegnate nella produzione di beni di prima necessità, per L’Orto di Eleonora il lavoro non si ferma. Per la sicurezza di tutti è cambiata l’organizzazione del lavoro. «Le nostre linee produttive non si fermano – spiegal’azienda con seda a Terralba -. In questo momento il nostro lavoro è più che mai fondamentale per garantire la fornitura di prodotti freschi. Tutti lavorano con mascherina e con tutti i dispositivi da protocollo anti–coronavirus; si allargano le distanze; i camionisti entrano uno per volta e si sanificano continuamente gli ambienti».

«Un ringraziamento va ai nostri collaboratori – spiega L’Orto di Eleonora -. Dietro mascherine e guanti, separati dalle misure di sicurezza, in campo e nelle serre, davanti all’impianto di confezionamento, nel trasporto e nella logistica. Sono le storie dei lavoratori de L’Orto di Eleonora che in questi giorni si stanno impegnando con abnegazione per garantire il rifornimento continuo di beni di prima necessità a negozi e supermercati. A loro, la nostra forza, possiamo dire solo grazie».

Solidarietà dal Burundi

Un messaggio di speranza, solidarietà e affetto arriva anche dagli amici del Burundi, aiutati nel tempo dall’azienda sarda e che si sentono vicini a tutti noi in questo momento difficile.

«Carissimi amici e benefattori – si legge in una lettera arrivata dal Paese africano -. Stiamo sentendo, giorno dopo giorno, notizie sempre più gravi e più tristi sulla vostra situazione a causa del “coronavirus”. In questi momenti difficilissimi che state vivendo, anche noi con vostri e nostri orfani, vorremmo testimoniarvi il nostro sostegno e la nostra vicinanza nelle nostre preghiere, nei nostri pensieri e nel nostro cuore. In questo tempo pieno di sofferenza e di paura generale, vorremmo assicurarvi la nostra presenza e comunione con voi. Vorremmo dirvi che c’è ancora la Speranza nonostante tutto. Voi che ci siete sempre stati vicini nelle nostre difficoltà che abbiamo incontrato, gridiamo al Signore che vi sia riconoscente e vicino nel nostro nome, in riconoscenza per quello che avete fatto per noi, nel suo nome. Qui da giorni abbiamo pensato di fare una catena di preghiere che unisce noi e voi in questa situazione che vi affligge. Crediamo che l’Amore di nostro Signore Gesù Cristo non può non tenere conto del bene che avete fatto per noi. Nella Bibbia la Parola di Dio ripete spesso che ascolta la preghiera delle vedevo e degli orfani. Ci facciamo forti di Lui, per voi. Vogliamo assicurarvi che vi siamo più vicini che non mai. Il Signore Dio ci aiuti assieme. Sentite il nostro abbraccio con commozione più forte che non mai anche se siamo tanto lontani. Anna Maria, Mariette, Agnès, Jeanne,Donatien, Léopold,Pilote de Dieu, Richard con Padre Luigi». 

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