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Coronavirus: l’Italia secondo Paese al mondo per vittime dopo la Cina

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Triste bollettino per il contagio da Covid-19 per l’Italia: il numero di decessi porta il nostro Paese a essere il secondo al mondo dopo la Cina per vittime del coronavirus. 133 morti nella sola giornata di ieri e 366 in totale le vittime.

Impressiona anche il dato dei malati, che sono arrivati a 6.387, con un incremento di 1.326 persone rispetto a sabato. I casi totali, compresi morti e guariti, sono 7.375. Finora sono guarite in tutto 622 persone, di cui 33 domenica. Aumentano intanto anche i pazienti ricoverati in terapia intensiva: ora sono 650, 83 in più rispetto a sabato. Come riporta Repubblica, in dettaglio le vittime sono 267 in Lombardia (113 in più di sabato), 56 in Emilia Romagna (+8), 18 in Veneto (+5), 7 nelle Marche (+1), 5 in Piemonte, 6 in Liguria (+2), 3 in Puglia (+1), 3 nel Lazio (+2) e uno in Friuli Venezia Giulia. Dai dati della Protezione Civile emerge che i malati sono 3.372 in Lombardia, 1.097 in Emilia-Romagna, 623 in Veneto, 355 in Piemonte, 265 nelle Marche, 165 in Toscana.

Ma i numeri fanno ancora più impressione se messi su scala mondiale, come fa la Johns Hopkins University: l’Italia, con 366 vittime, è il secondo Paese per numero di morti legati al coronavirus dopo la Cina, che ne registra circa 3.000. A seguire ci sono Iran (194) e Corea del Sud (50). E l’Italia è seconda dopo la Cina anche nel numero delle persone contagiate: questo perché il numero dei malati citato dall’università americana (7.375) non tiene conto dei guariti (622) e dei morti (366), che invece vengono sottratti dal conteggio della Protezione civile, che fissa il numero dei contagiati a 6.387.

Dall’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, ha ribadito l’importanza cruciale della prevenzione. «Se continuiamo a comportarci come se nulla fosse, che lo facciamo a Milano o lo facciamo in un’altra città del centro o del Sud Italia, non è che il virus non circola. Non c’è una parte d’Italia completamente immune, ci sono parti d’Italia dove al momento il virus circola meno. Dipende dai nostri comportamenti quanto circolerà». Decisive le “misure di distanziamento sociale”, ha concluso  Brusaferro. «Non è che se uno si sposta il tema cambia», ha detto rispondendo sull’esodo di ieri sera dal Nord Italia. Alla domanda su quando si pensa verrà raggiunto il picco dell’epidemia in Italia. Brusadero ha detto: «Al momento non mi sento di fare previsioni».

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