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Macomer, alta tensione nel nuovo Cpr: infermieri aggrediti. La questione arriva in Parlamento

Situazione di alta tensione all’interno del nuovo Centro per il Rimpatrio di Macomer, aperto solo tre settimane fa.

I lavoratori denunciano una situazione di costante rischio per la loro incolumità e hanno minacciato dimissioni in massa, qualora non venisse assicurata un’adeguata sicurezza. Secondo quanto riporta La Nuova Sardegna si sono registrati numerosi episodi di aggressioni nei confronti di medici, infermieri e operatori. Episodi culminati nel caos della notte tra martedì e mercoledì, quando un operatore sarebbe stato preso in ostaggio da un migrante. 

La situazione è arrivata fino in Parlamento: il deputato Eugenio Zoffili ha scritto una lettera alla ministra degli Interni Luciana Lamorgese.

«Uno Stato civile non può permettersi di tollerare le violenze gravissime che stanno segnando la quotidianità di chi lavora al Cpr di Macomer in Sardegna – si legge in una nota del deputato della Lega -. Aggressioni contro il personale sanitario, continue minacce, le risse tra i migranti trattenuti in attesa di rimpatrio rappresentano solo gli episodi più gravi di una situazione che necessita di una soluzione urgente. Questa mattina ho scritto personalmente una lettera al Ministro dell’Interno Lamorgese segnalando i fatti e chiedendo un pronto intervento per garantire maggiore sicurezza per il personale sanitario e tutti gli operatori che lavorano nel centro. Intanto, come Comitato Bicamerale Schengen, la nostra segreteria è al lavoro per prendere contatto con tutte le realtà coinvolte sul territorio, in vista di una visita ufficiale a Macomer che contiamo di organizzare al più presto. Il nostro impegno è infatti quello di non lasciare soli i cittadini dei luoghi dove maggiori sono i danni connessi alla politica dei porti aperti, in un’ottica di collaborazione e ascolto tra istituzioni di vari livelli, Viminale compreso. Anche se, da quando Matteo Salvini non è più Ministro, diventa sempre più evidente come la difesa dei confini e l’efficenza dei rimpatri non siano più priorità per questo Governo».

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