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Il Cagliari ha spento la luce?

Nainggolan dopo Genoa Cagliari

Genoa-Cagliari, minuto ’39: il laterale destro dei Grifoni Ghiglione (fino a quel momento uno dei migliori in campo) si fa male. Il tecnico genoano Davide Nicola apre il mazzo di carte a sua disposizione e gioca il jolly: entra Pandev, una punta per un esterno, la squadra acquista incisività e fiducia. Dopo pochi minuti l’ex Inter pesca il coniglio dal cilindro con un tiro mancino che taglia tutta l’area rossoblù e si insacca alle spalle di Cragno, confuso dalla mischia creatasi davanti a lui.

Un gol quello del Genoa, frutto della scelta coraggiosa di Nicola, uomo non nuovo a questi “azzardi”. Maran, di contro, quando si è trovato per due volte nella stessa situazione è apparso più timido nel cercare di dare la scossa ai suoi. Così al posto di Faragò è entrato Walukiewicz, e in luogo di Cacciatore Mattiello. 

In questo passaggio c’è tutta la partita del Cagliari di oggi, ma anche un indizio importante sullo stato mentale attraversato dai rossoblù negli ultimi due mesi e mezzo. L’euforia dell’Europa è svanita e con lei i rassicuranti punti di vantaggio sulle inseguitrici, coscientemente e colpevolmente dilapidati. Il gioco è calato vistosamente e le gambe degli uomini di Maran, anche quelle dei calciatori più affidabili, tremano ad ogni pericolo. 

Nel “buio” di Marassi non hanno certo aiutato le assenze annunciate di Rog e Cigarini e quella improvvisa del febbricitante Oliva. E nemmeno gli infortuni lampo di Faragò e Cacciatore. A questo si è aggiunta la malasorte, chiamata in causa in conferenza stampa dallo stesso Maran e rappresentata da quella “maledetta” traversa centrata da Nainggolan nel finale. 

«Sabato scorso l’ultima azione ci è costata cara, noi all’ultima occasione abbiamo preso la traversa – ha detto il mister rossoblù -. In questo momento non siamo fortunati e lo si è visto anche all’inizio, quando ho dovuto fare a meno di Oliva prima del fischio di inizio e ho perso due giocatori nei primi venticinque minuti. Tutte queste sostituzioni forzate ci hanno scombussolato, abbiamo cercato di sopperire continuando a giocare come l’avevamo preparata e nonostante tutto la squadra ha costruito più palle gol del Genoa e non ha rischiato nulla. La rete del Genoa è arrivata su un cross, non la considero nemmeno una vera occasione. Nel secondo tempo abbiamo sistemato alcune cose, in modo particolare siamo riusciti a mandare Radja in pressione più alta e abbiamo creato tanto, con Pellegrini, Joao e Nainggolan: avremmo meritato di pareggiare».

Parole che – è inutile negarlo – suonano un po’ come una ricerca (legittima) di alibi, ma che non devono far distogliere l’attenzione dai tanti black out mostrati nel corso del match dai rossoblù.

La disattenzione di Cragno nel gol di Pandev; le occasioni concesse dalla difesa a un Genoa non certo irresistibile (due sventate miracolosamente da Cragno); l’inconsistenza di Ionita e il disordine del resto del centrocampo, incapace di dare una “forma” al gioco del Cagliari; l’impalpabilità del Joao Pedro odierno; il “nervosismo agonistico” di Simeone. Sono tutti campanelli d’allarme di una squadra che appare tutto fuorché serena e che ha come suo sentimento prevalente la paura. Paura di non vincere e di non riuscire a soddisfare le aspettative dei tifosi e della società in un anno speciale – quello del centenario – in cui si è investito tanto sia in termini economici, sia in termini di sogni e speranze. 

Una paura umana e legittima di cui sicuramente si è accorto Maran che non a caso in conferenza stampa cerca di fare da pompiere. «Non sono preoccupato – ha risposto Maran ai giornalisti che gli hanno domandato quale fosse il suo stato mentale – lo sarei se non riuscissimo a fornire questo tipo di prestazioni. Non voglio tirare in ballo fortuna o sfortuna, ma le occasioni nitide per segnare ci sono state. In questo momento non gira come vogliamo, i ragazzi ci hanno creduto sino alla fine, con grande partecipazione. Dobbiamo crescere in alcuni aspetti ma stiamo facendo un gran lavoro. Voglio vedere i ragazzi uscire dal campo come oggi, senza avere mai mollato, con la rabbia addosso per non essere riusciti a fare risultato. Ho visto delusione, sono sentimenti che devono animarci durante tutta la settimana e che poi dobbiamo riversare nella prossima gara contro il Napoli».

Eppure in una giornata così negativa non mancano alcune piccole note positive. C’è un Nainggolan che non molla mai e che ha dimostrato per l’ennesima volta di essere vero leader e capitano anche nei momenti più difficili. Sulla destra si è rivisto un generoso e volitivo Mattiello, alternativa credibile a Cacciatore e Faragò, soprattutto se riesce a recuperare il ritmo partita. Nandez, oggi non brillantissimo, ha comunque lottato fino all’ultimo per la squadra, dimostrando di essere sulla strada giusta per tornare a ruggire e a meritarsi nuovamente l’appellativo di “Leon”.

Certo, manca la luce, quella abbagliante e scintillante di ottobre e novembre, quando chiunque tremava davanti a Radja e compagni. Ma c’è chi dice che è sempre più buio appena prima dell’alba. Il primo a esserne convinto è Giulini secondo cui il Cagliari non merita critiche, dopo lo straordinario inizio di stagione. «Sono sicuro che usciremo da questo periodo negativo e riprenderemo a giocare come nel girone di andata», ha detto il presidente.E allora forse l’alba è vicina e il sole sorgerà di nuovo a illuminare il sorriso dei tifosi alla Sardegna Arena. Napoli permettendo. 

 

 

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