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Accadde oggi. Il 21 gennaio 1950 muore lo scrittore George Orwell

foto: The Independent

È stato uno dei più attenti e lungimiranti scrittori del Novecento europeo e si spense a Londra all’età di 46 anni. George Orwell, pseudonimo di Eric Blair, era nato a Motihari in India nel 1903, da genitori scozzesi. Nel 1907 si trasferì in Gran Bretagna dove compì i suoi studi e subito dopo si trasferì in Birmania per lavorare nella polizia imperiale indiana. Dopo cinque anni di impegno in questo Paese, ritornò in Europa vivendo a Parigi, poi a Londra e in altre cittadine inglesi.

Qui lavorerà come maestro nelle scuole elementari, svolgendo contemporaneamente il lavoro di critico letterario e di giornalista realizzando alcune inchieste nelle aree industrializzate inglesi colpite dalla depressione. Seguì poi l’esperienza come combattente nella guerra civile spagnola, durante la quale rimase ferito. Proseguì la sua attività di scrittore avverso al capitalismo e alla chiesa cattolica e, durante la seconda guerra mondiale – non potendosi arruolare –  venne incaricato dalla BBC di realizzare delle trasmissioni propagandistiche trasmesse in India.

Giornalista, saggista e romanziere, Orwell è ricordato per la sua critica feroce ai regimi dittatoriali, ivi incluso quello comunista russo che contestò in modo velato, ma sufficientemente esplicito, nel racconto “La fattoria degli animali” (The animal farm) del 1946. A questo seguì nel 1948, il suo più celebre romanzo “1984“: la storia, o meglio la visione, di un mondo futuro dove i principi totalitaristi sono portati alle estreme conseguenze e gli uomini, incluso il protagonista delle vicende – il celebre Winston Smith – vivono in una società completamente avvolta nel controllo del partito al potere ispirato ai principi del “Socing” (un fittizio socialismo estremo, ndr) e guidato dal Grande Fratello

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