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A tu per tu con Nicola Riva, figlio della leggenda rossoblù e nuovo membro del Cda del Cagliari

Timido, grande lavoratore, padre di tre ragazze, ha vissuto lontano dai riflettori per tanti anni, ma, suo malgrado, da qualche mese si è ritrovato a dover rappresentare il padre in più occasioni pubbliche e da circa un mese, a sorpresa, il patron Giulini lo ha nominato consigliere del consiglio d’amministrazione del Cagliari.

Lui è Nicola Riva: il figlio del grande Gigi, il bomber dello scudetto. Nonostante un amore indiscusso per i colori rossoblù Nicola non ama molto le luci della ribalta. Gigi è per tutti il Mito, l’uomo che ha scelto Cagliari e i cagliaritani, per Nicola e suo fratello Mauro è semplicemente “papà”.

Gigi Riva con i figli Nicola (sinistra) e Mauro (destra)

 

«Papà ha sempre cercato di tenerci lontano da tutto il discorso calcistico. – racconta Nicola – Pur essendo il Cagliari la nostra famiglia, lo abbiamo vissuto sempre un po’ da dietro le quinte. Frequentavo la scuola calcio Gigi Riva, andavo allo stadio da tifoso normale, non ho mai partecipato ad eventi o agli allenamenti della squadra: era una scelta di papà, lui gestiva il suo lavoro in maniera indipendente, non univa mai l’aspetto familiare con quello lavorativo».

Crescendo Nicola si è costruito una propria identità fuori dal calcio, anche quando giocava a pallone, il nome di Gigi Riva, nonostante lui non andasse mai alle partite del figlio, inevitabilmente veniva sempre fuori.

«Ho smesso anche perché non sono riuscito a reggere la pressione. Quando sei il figlio di Gigi Riva devi essere bravo a giocare a calcio e non puoi sbagliare. Non veniva alle partite perché soffriva nel vederci giocare».

Poi le cose cambiano e più per necessità  che per volontà Nicola si è dovuto avvicinare al palcoscenico del mondo calcistico. Riva una volta finita l’esperienza con la Nazionale ha abbandonato quel mondo e non ha più voluto prendere parte alle manifestazioni pubbliche.

«Mi sono sentito quasi in obbligo di partecipare, di dover andare a ritirare un premio al suo posto. Sono molto riconoscente verso tutte queste persone che hanno questo amore incondizionato verso mio padre. Un amore che mi colpisce ogni giorno di più».

Ritrovarsi catapultato in una nuova veste, ricoprire un ruolo, entrare in punta di piedi in un nuovo ambiente, ma farlo con l’orgoglio di rappresentare il Mito.

«Non sempre è stato facile. Tutte le persone che ho conosciuto mi hanno raccontato qualcosa su papà. Rappresentare una persona così benvoluta non è facile, però seguendo le sue linee guida, penso di averlo fatto in maniera dignitosa».

L’incontro, casuale, con il patron Rossoblù avvenuto nel luogo in cui Nicola lavora: l’aeroporto.  Il primo contatto con Giulini è stato per la carica di presidente onorario del Cagliari a Gigi Riva.

«Un primo approccio lo abbiamo avuto già qualche mese fa, ci siamo trovati subito bene. È una persona molto pacata e diretta, capace di amalgamare bene la sua passione per il calcio con il suo ruolo di imprenditore. Quando lo senti parlare di calcio, percepisci l’amore per il Cagliari».

La proposta di entrare nel Cda del Cagliari è arrivata subito dopo.

«Per me è stata una gioia immensa, forse un po’ il sogno di una vita nascosta che mi tenevo dentro senza neanche mai parlarne con nessuno. Un ruolo che è arrivato principalmente per quello che sono io, una persona onesta, e non perché sono il figlio di».

I pro di essere il figlio di Gigi Riva è sotto gli occhi di tutti, chi non vorrebbe essere il figlio del Mito? Ma non sempre, quello che si rappresenta nella copertina, rispecchia il contenuto del libro.

«Rispetto ai miei coetanei avevo un papà un po’ più assente, il rapporto lo abbiamo costruiti un pochino da grandi. Da bambino era il mito anche per me: guardavo i suoi filmati e piangevo. Sapevo che era mio padre, ma non c’era quel rapporto quotidiano tra padre e figlio, c’erano dinamiche che non potevo capire. Poi un’altra cosa: non potevo ascoltare la canzone di Gigi Marras, perché piangevo».

La gioia gliela si legge negli occhi, così come la serietà con cui ha accolto il nuovo incarico e l’orgoglio con cui porta il suo cognome.

«Spero di essere utile al Cagliari, al presidente e speso soprattutto di continuare a rappresentare il nome di papà nel miglior modo possibile».

 

 

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