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Bitti, il canto e il ballo sardo sempre più interattivi al Museo Multimediale del Canto a Tenores

I tenores, gioiello della tradizione musicale sarda, diventano sempre più tecnologici. Mercoledì 15 gennaio, a Bitti, inaugurerà il rinnovato Museo Multimediale del Canto a Tenore, con tante novità che consentiranno al visitatore di compiere un viaggio interattivo nel mondo del canto e del ballo della nostra Isola. Il canto a tenore di Bitti è stato inserito dall’Unesco tra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità.

Tra le novità principali del nuovo Museo Multimediale c’è la possibilità per il visitatore – tramite un visore che si indossa come fossero un paio di occhiali – di conoscere in modo più diretto la storia dei tenores, i loro canti e balli. Inoltre, tramite un’app geo-referenziata sarà possibile compiere un giro virtuale per le vie del paese della Barbagia in occasione delle feste e degli eventi che vi si svolgono ogni anno.

Ci saranno quattro ambienti interattivi, oltre all’applicazione mobile Genius Loci: Sala Tenores Interattivi, Sala Cantos e Ballos, Aula didattica interattiva, I luoghi del canto con visore Oculus. In particolare, nella Sala Tenores Interattivi  – realizzata grazie al coinvolgimento dell’associazione Tenores Sardegna – si potranno selezionare e audio-visualizzare i gruppi di numerosi paesi della Sardegna. All’interno del Museo ci sono quattro grandi schermi verticali (a rappresentare i quattro tenores di Bitti) che trasmettono il repertorio dei canti dei vari gruppi. Sarà possibile scegliere quello preferito e immediatamente appariranno sugli schermi i cantori che intonano il canto. per maggiori informazioni su giorni e orari di apertura al pubblico, visitare la pagina Facebook del Museo Multimediale del Canto a Tenore.

Il progetto è promosso e gestito da Mommotty srl, Istelai società cooperativa e Produzioni Sardegna di Nicole Nieddu. La direzione artistica è di Francesco Casu, mentre Marzo Lutzu è responsabile scientifico. Il rinnovamento del Museo Multimediale è stato possibile grazie al bando regionale Domos de sa Cultura e al finanziamento tramite il POR FESR 2014-2020.

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