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Alfredo Barrago e la magia della prestigiazione secondo Nino Nonnis

Sinnai sposta al largo la periferia. E non da oggi.

Si possono fare tante recensioni, teatro, cinema, spettacoli, ma i giornali non usano più e quando usano non criticano, ricevono segnalazioni e le inoltrano. 

Tutto questo per qualche considerazione riguardo a uno spettacolo a cui ho assistito, al teatro di Sinnai, uno spettacolo di magia, inserito originalmente nella stagione teatrale, che è essa stessa per miracolo di capacità, una realizzazione di magia. 

Lo faccio perché abito da quelle parti, sono amico del mago Barrago e frequento quel teatro dove conosco molti spettatori. Lo dico perché la magia in sé non mi interessa, o meglio, ci sono abituato, ma devo dire che l’altro giorno mi ha coinvolto, non perché sparissero oggetti di scarso valore, per cui nessuna la stima, non perché una donna venisse tagliata, la donna in due pezzi piace a tutti, ma perché il più o meno risaputo, almeno negli esiti, era accompagnato dall’inaspettato delle battute di sostegno, del rapporto tra mago e pubblico, dal pregio di non cadere in quello che è un pericolo del teatro o di qualunque performance: la lentezza.

Questo ha segnato il successo dello spettacolo, condotto con garbo, stile, da Barrago, che ha stupito sempre senza anticipare i suoi esiti, senza ricorrere a battute d’armamentario facile, istituendo un gioco di malizia innocente, suggerita come tale, tra lui e il pubblico, che in questo modo ha potuto essere partecipe e fare la sua bella figura, che si traduce anche in divertimento.

Mi sono informato. Barrago ha fondato una scuola di magia, che vanta molti allievi, bravi, che hanno sbancato in Abruzzo recentemente. Una sorta di scuola sarda, dove si cura ogni aspetto di questa che è passione, misurazione, che vuole diventare divertimento, e si doterà a breve di un teatro dove esibirsi.

Con ciò spero di essermi meritato una tessera omaggio. 

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