Sono davvero impressionanti i numeri forniti oggi dai Carabinieri del Comando Provinciale di Cagliari. 52mila interventi, con 110mila uomini impegnati in totale. L’Arma quest’anno ha risposto a 280mila chiamate, con una media di 760 chiamate al giorno, senza contare gli accessi diretti alle stazioni, 82 in tutta la provincia. Sono tanti i settori che hanno visto impegnati i Carabinieri nel 2019, a cominciare dalle strade. In cui soprattutto fuori città, si sono registrati 15 incidenti mortali, 370 con feriti e 302 con isoli mezzi coinvolti.

Omicidi – Tre omicidi e 6 tentati omicidi ( in calo rispetto al 2018, in cui gli omici sono stati 5 e i tentati 8) di cui si sono sempre scoperti i colpevoli. Questo anche grazie alla presenza del R.I.S. in Sardegna. Aspetto questo che avvantaggia l’attività investigativa dell’Isola. Il resto di Italia infatti può contare solo su tre nuclei R.I.S. in tutto il territorio, Parma, Roma e Napoli. Grazie a questo nell’ultimo periodo sono stati rintracciati anche numerosi responsabili di rapine e furti. I militari invitano tutte le vittime di questi reati a non toccare niente prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, per facilitare il lavoro del R.I.S.

Violenze sessuali e maltrattamenti i famiglia – In calo i reati sessuali, 23% in meno, rispetto al 2018, con un 60% di denuncia o arresto dei responsabili, anche se purtroppo il dato sulla violenza ai danni di minori resta invariato, 8 in entrambi gli anni. Anche i maltrattamenti in famiglia sono aumentati, ma non perché si siano verificati più maltrattamenti, fortunatamente è aumentato il numero di denunce, perché le vittime hanno più fiducia nelle forze dell’ordine. I furti e le rapine rimangono i reati più diffusi, ma in calo anche questi. Si registra un 12% in meno, e una percentuale del 7% di individuazione dei responsabili. Soprattutto si è riscontrato un aumento dei reati scoperti in flagranza, segno che gli interventi sono tempestivi, e permettono di cogliere i malviventi sul fatto.

Droga – 401 persone segnalate, di cui 36 minori, in calo comunque rispetto ai due anni precedenti. Si registra un prepotente ritorno al consumo e quindi allo spaccio di eroina con un sequestro di 3 chili a Cagliari.

Nel 2019 sono stati sequestrati: 26 Kg. di cocaina (90 Euro al gr.) (circa 2.340.000 Euro sul mercato)
12 Kg. di eroina (90 Euro al gr.) (circa 1.080.000 Euro sul mercato)
304 Kg. di hashish (5 Euro al gr.) (circa 1.520.000 Euro sul mercato)
436 Kg. di marijuana (6 Euro al gr.) (circa 2.616.000 Euro sul mercato)
8464 piante di marijuana
1,7 Kg. di Ketamina (90 Euro al gr.)
Nello specifico settore sono state arrestate oltre 210 persone (la maggior parte in flagranza di reato) e denunciate oltre 150.
Dato che risulta comunque abbastanza preoccupante sono le quasi 400 persone (di cui 24 minori) segnalate amministrativamente alla prefettura di Cagliari per uso di sostanze stupefacenti.

Sensibilizzazione giovani – Un’importante attività che i Carabinieri della provincia di Cagliari stanno portando avanti è quella della sensibilizzazione alla legalità verso i giovani universitari, tra i quali sembra essere diffuso il consumo di alcuni tipi di droghe. I militari dell’Arma comunque anche quest’anno sono stati impegnati non solo al contrasto di reati e a garantire l’ordine pubblico, ma a sostenere i cittadini, portare aiuto e soccorso alle persone in difficoltà specie quelle più fragili come i minori e gli anziani.

Si sfoga il titolare della Geco s.r.l., Leonardo Galleri che ha già messo tutto in mano ai Carabinieri di Bosa: «Per ora posso solo dire che fortunatamente la gente sta cominciando a capire. Dopo le minacce pesanti, ora arriva la solidarietà. Ci stanno offrendo dei gruppi elettrogeni nuovi per sostituire quelli andati a fuoco. Addirittura vogliono organizzare una colletta».

Due giorni fa, intorno alle 22.30 nell’impianto che tratta i fanghi dei depuratori per trasformarli in concime, si è sviluppato un incendio che ha distrutto i gruppi elettrogeni. L’incendio è di probabile natura dolosa, indagano i Carabinieri.
Due settimane fa era scoppiata la polemica per un video messo in rete da Mauro Pili che accusava l’impianto di inquinare, di raccogliere rifiuti tossici da altre regioni italiane. Questo, aveva scatenato migliaia di commenti negativi e addirittura minacce contro l’azienda e gli operai stessi.

«Abbiamo subito 50mila euro di danni e non siamo assicurati – spiega Galleri- perché è molto difficile trovare polizze che coprano i rischi e i danni per questi macchinari. Quello che mi dispiace è che gli operai ora vivono in un clima di tensione, ci sono in ballo posti di lavoro e la sicurezza della persone».

Il titolare dell’azienda afferma di avere tutte le carte in regola per svolgere la sua attività, che viene regolarmente controllata dagli organi preposti ed è munita di tutte le autorizzazioni, e dopo tutto il polverone sollevato dall’ex governatore Pili avrebbe già chiuso i battenti. I Carabinieri di Bosa confermano che ci sono le indagini in corso, e che il danno ammonta a circa 50-60mila euro, ma di più non fanno trapelare.

«Ora è tutto in mano ai Carabinieri, anche i video delle telecamere di sorveglianza, spero che si faccia luce al più presto su questa storia, e che possiamo tornare a lavorare serenamente- ha concluso il titolare della Geco- resta il fatto che Pili continua ad alimentare le polemiche. Mezz’ora dopo che è scoppiato l’incendio ha pubblicato un video in cui si scriveva “La nube putrida nell’accampamento dei fanghi fognari”, quando a prendere fuoco non sono certo i fanghi, che sono bagnati, ma alcune apparecchiature. E il nostro non è un accampamento, ma un’azienda attiva, che dà lavoro a 8 persone e munita di tutte le autorizzazioni».