Da ragazzo era considerato un vero talento, una promessa del calcio italiano.  Nove anni fa, dicevano fosse il classe 91′ con più visione di tutta la serie A. Proprio nove anni fa, Daniele Ragatzu, segnava il suo ultimo gol nella massima serie.

Nato a Cagliari, cresciuto nei quartieri popolari di Quartu Sant’Elena, sua città d’origine, Daniele inizia a giocare a calcio a circa quattro anni. È stato il padre, il primo a notare un’attitudine particolare del figlio ed è per questo che decise di portarlo a giocare alla Ferrini Quartu. Lì Daniele inizia a inseguire il suo sogno: diventare un calciatore professionista. Dalla Ferrini passa alle giovanili del Cagliari, arrivando a giocare nella prima squadra nel 2008/09 quando tecnico era Massimiliano Allegri.

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Esordisce in serie A il primo marzo del 2009, a soli 17 anni nella partita Cagliari – Torino, giocata allo stadio Sant’Elia, il giovane Ragatzu entrò a gara in corso per sostituire Alessandro Matri. La sua prima rete in serie A è del 10 aprile dello stesso anno: all’85’, a pochi minuti dal suo ingresso in campo, segnò contro la Fiorentina allo Stadio Franchi. Partita che venne comunque vinta per 2-1 dai padroni di casa.

Mandato un anno in prestito al Gubbio, squadra del campionato cadetto, torna a Cagliari nell’estate del 2012, senza però trovare spazio nella rosa. In autunno Angius, l’agente di Ragatzu, ufficializza la rescissione consensuale del contratto che legava Ragatzu al Cagliari.

È da questo momento che inizia il peregrinare di Daniele Ragatzu per l’Italia. Per nove lunghissimi anni ha cambiato e segnato per decine di squadre, in categorie diverse: dal Gubbio al Lanciano, dal Verona all’Olbia. Sono poche le soddisfazioni che il talento di Quartu raccoglie in questi anni, ma lui, da buon sardo cocciuto, non demorde.

Ma il suo obiettivo, il suo sogno era di poter tornare a vestire la maglia della sua città, quei colori che ha sempre tifato fin da bambino, quei colori che lo hanno reso campione. A Olbia realizza 35 reti in tre stagioni, il club di via Mameli, lo osserva, lo studia e lo acquista il 29 gennaio 201, ma lo lascia in prestito ai galluresi fino al 2019.

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Torna a Cagliari la scorsa estate, torna nella sua città, nella sua squadra consapevole che sarebbe stato la riserva di altri attaccanti. Daniele lo sa, ma si impegna con costanza e sacrificio, allenamento e consapevolezza. Aspetta, con umiltà e silenzio, il suo turno e quando questo arriva, lascia il segno. Prima nella partita di Coppa Italia contro la Sampdoria valida per la qualificazione dei rossoblù agli ottavi, poi nella partita contro il Sassuolo: quel gol al 90’ che decreta il pareggio e lui, incredulo e commosso, che corre verso la panchina.  Il gol che, nella massima serie, mancava da nove anni. Il gol del riscatto, della rinascita: “Mi sono fatto trovare pronto, ho sfruttato la mia occasione. «Dedico il gol alla mia famiglia, alla mia fidanzata e al mio nipotino», ha detto a fine partita. A 28 anni suonati, ma con l’entusiasmo e la grinta di un adolescente, ritrova la Serie A e ritrova sé stesso.

In famiglia sono in 5, quattro maschi e una femmina. «Daniele è riuscito a realizzare tutti i sogni della nostra famiglia», ha detto il fratello Mauro, anch’egli calciatore.

Testa dura, giocherellone, unu maccu (un matto), lo definiscono affettuosamente gli amici di sempre. Ma un puro, un buono che non amava molto le regole, gli piaceva divertirsi e spesso, raccontano, quando era ufficialmente infortunato li raggiungeva, di nascosto, nel campetto dietro casa per una partita a calcetto.

Una vita privata negli anni scorsi forse un po’ turbolenta, accuse pesanti arrivate dalla sua ex compagna, ma che ad oggi non hanno trovato fondamenta. Daniele lo si vede in giro per Cagliari, come un ragazzo qualunque, con gli amici d’infanzia e con la sua nuova fiamma, una ragazza dell’hinterland cagliaritano. Alle feste della sua città o a fare shopping per i centri commerciali e quando trova un pallone in giro inizia a palleggiare come un giovane calciatore.

Oggi è un ragazzo diverso, maturo, il cui unico obiettivo è regalare e regalarsi altri magici momenti sul campo con quel numero 26 sulla schiena.

Cagliari poco brillante e vibrante nel primo tempo di una partita dominata dal Sassuolo. I neroverdi siglano 2 gol nei primi 45′ e sembra vogliano chiudere subito la partita. Nella ripresa i rossoblù sono più freschi e combattivi, anche forti delle scelte nei cambi, non sbagliate di Maran. Joao Pedro accorcia le distanze, ma è Daniele Ragatzu al 90′ a regalare il pareggio ai rossoblù. Il Cagliari conquista un altro risultato positivo e con i suoi 29 punti continua a vedere da molto vicino l’Europa.

Primo tempo. Cagliari in maglia bianca, padroni di casa nella tradizionale tenuta neroverde. Al 7’ grande ripartenza del Sassuolo che mette a segno con Berardi.  Padroni di casa in vantaggio. Ci riprova subito il Sassuolo, ancora una volta sorprendendo il centrocampo sardo. Stavolta Caputo è fermato per fuorigioco. Il Cagliari nei primi minuti ha accusato alcune sbavature, ma si fanno sentire i 1300 tifosi del Cagliari presenti al Mapei Stadium. Al 12’ Klavan porta palla e serve Pellegrini, cross tagliato sul quale Simeone non arriva per un soffio. Altra occasione per il Sassuolo al 15’: Locatelli dalla metà campo, calcia ma palla sfiora la traversa. Non è il Cagliari delle ultime settimane, quello che in campo oggi, poco dinamico e vibrante. Attacco rossoblù al 16’: Nainggolan aspetta il movimento giusto delle punte, prova dalla distanza, il tiro è debole e Turati prende. Al 20’ Simeone vola in contropiede e si libera bene, ma poi calcia frettolosamente fuori. Il guardalinee segnala un fuorigioco, forse inesistente. Il Sassuolo aggredisce il Cagliari, impedendo le ripartenze ai rossoblù. Al 23’ Caputo, servito da Berardi, si gira in area e conclude, ma Pisacane si oppone e manda in calcio d’angolo. Solo un tiro in porta dei rossoblù, poco per le sue potenzialità, i ragazzi di Maran stanno un po’ soffrendo l’impostazione della squadra di De Zerbi. Grande azione degli emiliani al 30’, Caputo invita Djuricic al tiro, obliquo ingannevole che sfila a lato.  Cagliari vicino al pareggio al 31’: Rog entra in area e mette in mezzo un pallone basso sul quale Simeone in scivolata arriva in ritardo. Al 35’ raddoppia il Sassuolo: Berardi inganna Pellegrini e fa partire l’azione in velocità dei suoi, conclude Djuricic con un piatto all’incrocio. Sale la tensione in campo. Il Cagliari soffre le azioni dei neroverdi e sembra avere difficoltà a reagire, deve ritrovare alcune sue individualità la squadra di Maran. Finale all’insegna delle ammonizioni, Pairetto manda tutti negli spogliatoi senza concedere recupero.

Secondo tempo. Riprende la partita con alcuni cambi nelle formazioni iniziali: nel Cagliari dentro Cerri per Simeone e Lykogiannis per Pellegrini. Nel Sassuolo Peluso per Marlon. Al 48’ Toljan tocca il pallone con la mano nella sua area di rigore, Pairetto giudica non punibile e fa giocare. Al 51’ Joao Pedro ridà vita al Cagliari: approfitta di un rimpallo e di testa sbanca Turati. Il brasiliano è al suo decimo gol in campionato. Accorciano le distanze i rossoblù. Buon momento del Cagliari, che è tornato in partita: spinge la tifoseria rossoblù. Al 56’ Berardi ci prova da fuori, conclusione potente ma molto distante dalla porta del massimo difensore sardo. Ci prova anche Caputo, ma l’intervento di Pisacane lo distrae e la palla finisce sull’esterno della rete. Il Cagliari rientrato in partita spinge, ma il Sassuolo si difende bene. Al 61’ calcio d’angolo per il Cagliari, nella mischia arrivano anche i difensori: Pisacane di testa allunga un corner di Cigarini in rimessa laterale per il Sassuolo. Al 63’ presunto fallo di mano di Lykogiannis: Pairetto non ha dubbi e concedere un rigore agli emiliani. Al 65’ calcia Berardi che sbaglia e poi va sulla respinta della traversa, ma è un’azione che non si può fare: si riparte con una punizione per i sardi. Al 70’ persevera il Cagliari: si stringe la difesa del Sassuolo: il Ninja calcia da fuori, ma la palla è debole. Ci riprova ancora il numero 4 rossoblù: forza nel tiro, ma non mira bene la porta. Intant De Zerbi effettua il secondo cambio: dentro Traorè fuori Berardi. Ultima sostituzione per Maran: Ragatzu prende il posto di Nandez. All’81’ scontro Magnanelli-Cigarini a centrocampo, il professore riceve una gomitata e perde sangue dallo zigomo sinistro: il direttore di gara concede una punizione per il Sassuolo. Mancano pochi minuti alla fine del match, il Sassuolo visibilmente stanco abbassa i ritmi, ma il Cagliari non riesce ad approfittarne. Ultimo cambio anche per De Zerbi che sostituisce Djuricic con Obiang. Arriva al 90’ il pareggio del Cagliari: Ragatzu batte Turati con un destro potente da pochi passi.  Tutta la panchina è in piedi, il classe 91’ firma il suo primo gol in serie A e si commuove. Pairetto concede 5’ minuti di recupero. Brividi per Rafael al 91’, ma la palla di Traorè sfiora la porta dall’esterno. Finisce 2-2 tra al Mapei Stadium. Continua la corsa dei rossoblù.

SASSUOLO (4-2-3-1): Turati; Toljan, Marlon (46’ Peluso), Romagna, Kyriakopoulos; Magnanelli, Locatelli; Berardi (73’ Traorè), Djuricic (89′ Obiang), Boga; Caputo. A disposizione: Pegolo, Russo, Duncan, Peluso, Obiang, Muldur, Raspadori, Traoré, Ferrari, Tripaldelli, Mazzitelli, Bourabia. Allenatore: Roberto De Zerbi.

CAGLIARI (4-3-1-2): Rafael; Cacciatore, Pisacane, Klavan, Pellegrini (46 Lykogiannis); Nandez (76’ Ragatzu), Cigarini, Rog; Nainggolan; Joao Pedro, Simeone (46’ Cerri). A disposizione: Aresti, Ciocci; Faragò, Lykogiannis, Mattiello, Pinna, Walukiewicz; Deiola, Ionita, Oliva; Cerri, Ragatzu. Allenatore: Rolando Maran.

Arbitro: Pairetto di Nichelino.
Ammoniti: Klavan, Pellegrini, Berardi, Magnanelli, Djuricic, Rog, Pisacane,
Marcatori: 7’ Berardi, 35’ Djuricic,