Dopo aver allestito mostre in tutta l’Isola, l’Associazione Karalisbrick torna a Selargius, e stavolta sarà ancora più grande. Con il patrocinio del Comune di Selagius e la collaborazione della Pro Loco, il 20, 21 e 22 dicembre in piazza Si ‘e Boi, si terrà l’evento “Lego Natale a Selargius”.

Si tratta della mostra più grande mai organizzata in Sardegna che vedrà allestite 14 ambientazioni diverse, il presepe commissionato dall’amministrazione comunale, il villaggio Natalizio, l’antico Egitto, il concorso per i bambini e soprattutto la finale regionale per decretare il più esperto costruttore lego della Sardegna. Non mancheranno le ricostruzioni di monumenti sardi come la Torre dell’Elefante o il Campanile di San Ponziano a Carbonia.

Durante l’anno sono stati selezionati i vincitori delle singole esposizioni isolane, 10 ragazzi, tra i quali il campione in carica Renato Bruno, super appassionati del mattoncino e il 22 dicembre il pubblico decreterà se il titolo deve restare al 12enne di Arborea, oppure sarà uno degli sfidanti a vincere.

Renato, che il presidente dell’associazione culturale Karalisbrick, Maurizio Lampis definisce un piccolo genio, lo scorso anno si è aggiudicato il titolo con un’incredibile ricostruzione del D-Day. Sarà difficile superarlo, ma la fantasia dei giovanissimi appassionati del mattoncino danese non ha limiti. Non resta che aspettare di vedere cosa saranno capaci di realizzare questa volta.

Le api sono animali intelligenti, sensibili, operaie instancabili, che lavorano fino a un attimo prima di morire, ma prima di farlo si allontanano dal loro alveare, in modo che il loro corpo senza vita non sporchi e non crei problemi alla famiglia. Perché di questo si tratta: una famiglia, in cui ognuno ha il suo compito, collabora nell’interesse della comunità per garantirne la continuità.

Silvia Muscas, conosce l’universo delle api, le alleva, dal frutto del loro preziosissimo lavoro, ricava molti prodotti: propoli, pappa reale, e naturalmente l’oro dolce, il miele. La sua azienda, che porta il suo nome, giunta alla quarta generazione è una piccola realtà a conduzione familiare. Silvia, in collaborazione con l’Associazione APTS, Associazione Produttori Tesori Sardi, di Domusnovas e con la dottoressa Ilaria Pisu, produce anche cosmetici a base di prodotti dell’alveare, tiene corsi e promuove la conoscenza del mondo delle api e dei loro tesori. In questo modo  contribuisce a far sopravvivere un piccolo animale da cui dipende il futuro dell’ambiente, perché è grazie alle alle api e al loro continuo posarsi da un fiore all’altro che le piante possono continuare a riprodursi.

Un po’ per scherzo, un po’ perché più se ne parla, meglio è, qualche giorno fa Silvia ha condiviso delle immagini viste sul web, di un alveare costruito con i mattoncini colorati, cioè di una casetta per le api, popolata da una famiglia, proponendo di costruirne una simile. «Se riesco a racimolare le costruzioni necessarie, la costruisco – ha spiegato l’apicoltrice – mi sono informata, basta isolare l’interno e staranno benissimo».

Se Silvia dovesse riuscire nel suo intento, ha assicurato, metterebbe l‘alveare a disposizione di tutti coloro che volessero vederlo dal vivo, e magari apprendere qualche curiosità in più di questo insetto davvero speciale. Le api sono minacciate dall’inquinamento, dall’uso di pesticidi e dal deterioramento del loro habitat. Parlarne, prestare attenzione alle proprie condotte per rispettare l’ambiente, e soprattutto conoscere le abitudini delle api, ci permette di contribuire alla loro salvaguardia.