Era il 3 novembre del 1957 quando, a bordo dello Sputnik 2, partì verso lo Spazio la cagnolina Laika. Ma andiamo con ordine. Anni ’50, conquista dello Spazio da parte dell’Unione Sovietica. Entro il 7 novembre, questa la data che si prefissarono, sarebbe dovuto partire un satellite con a bordo un essere vivente. Venne scelta una cagnolina di tre anni, Laika.

Durissimo l’addestramento cui fu sottoposta la piccola randagina, trattamenti che suscitarono l’indignazione degli animalisti.

Altre due cagnoline furono sacrificate per poter mandare Laika in orbita. Una, Albina, fu la prima a sperimentare un volo suborbitale, mentre la seconda, Mushka, fu selezionata – come riporta Tgcom24 – per testare i sistemi vitali della capsula.

Il 3 novembre 1957 venne lanciato, dal Cosmodromo di Bajkonur, il razzo con Laika – che morì poche ore dopo il lancio.

«Le chiesi di perdonarci, e ho pianto mentre l’accarezzavo per l’ultima volta», ha detto la novantenne biologa russa Adilya Kotovskaya, l’ultima ad avere avuto un contatto con la cagnetta – come scrive Focus. Morì poche ore dopo di surriscaldamento – probabilmente era insufficiente l’isolamento della capsula ai raggi solari – e di disidratazione.

La sua era una sorte segnata ma, questo veniva assicurato, non sarebbe morta così, tra atroci sofferenze, ma per un’iniezione dopo 8 giorni, un’iniezione letale che la potesse far addormentare senza dolori.

Il satellite tornò a casa, completamente distrutto dall’impatto del rientro, il 14 aprile del 1958.

La morte del cane Laika diede inizio a grandi polemiche e diede inizio alla discussione sull’utilizzo degli animali per scopi scientifici.

Sguardo guascone, fisico da super-atleta, e balzi felini fra i pali. Queste erano le caratteristiche di Enrico “Ricky” Albertosi, il portiere dello Scudetto del Cagliari 1969-70.  Albertosi è stato uno dei migliori numeri Uno italiani di tutti i tempi, e ha difeso la porta del Cagliari dal 1968 al 74.

Un vero e proprio artista fra i pali, sempre sopra le righe (fumava ed era assiduo frequentatore di ippodromi dove non disdegnava di puntare ai cavalli), arrivò dalla Fiorentina e fu protagonista indiscusso del Cagliari che vinse il campionato. Suo il record di minor numero di gol subiti in un campionato a 16 squadre: soltanto 11 volte dovette raccogliere il pallone in rete, aiutato ovviamente da una difesa di ferro. Oggi Albertosi compie 82 anni.

Dario Silva invece non vinse nulla con la maglia del Cagliari, ma i tifosi rossoblù non lo hanno mai dimenticato. Soprannominato in Uruguay “il Poeta dell’Olivar” (dal nome del fiume che bagnava la sua città natale Treinta y trés), divenne in Sardegna “Sa Pibinca”, il nomignolo che gli diede simpaticamente il gruppo comico Lapola, conquistò i tifosi più con la sua generosità che con i suoi gol. Giocò con il Cagliari tre stagioni, fra il 1995 e il 1998, per poi andare in Spagna direzione Espanyol.

Il finale di carriera fu tragico. Era il 2006, e Dario Silva era in Uruguay. Mentre guidava il suo pick-up, in compagnia di due colleghi calciatori, perse il controllo del mezzo e si schiantò contro un lampione: le conseguenze furono terribili per Dario, mentre gli altri due rimasero illesi. L’impatto causò al calciatore, all’epoca trentatreenne, la frattura del cranio e una frattura scomposta della gamba destra, che gli costò l’amputazione al di sotto del ginocchio. Oggi Dario Silva compie 49 anni.