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Marco Mancosu, il cagliaritano che fa impazzire il Salento: per lui 4 gol nelle prime 5 giornate

Marco Mancosu in Spal-Lecce

Tra i protagonisti di questo inizio di campionato c’è un sardo, un cagliaritano doc, che non ha nulla a che vedere con il Cagliari, almeno da 7 anni a questa parte, ovvero da quando il Benevento ne riscattò la comproprietà proprio dai rossoblù.

Stiamo parlando di Marco Mancosu, calciatore che da allora fino a oggi ha fatto impazzire il Sud Italia, prima il Benevento, per l’appunto, e poi il Lecce, squadra di cui è diventato capitano e al momento miglior marcatore di questa stagione. Un fil rouge, anzi giallo-rouge (sia il Benevento che il Lecce hanno il giallo e il rosso come colori sociali) che ha portato il centrocampista cresciuto nelle giovanili del Cagliari a prendersi la massima ribalta calcistica nazionale allo scoccare del trentesimo compleanno.

Il trequartista classe ’88 ha già marcato quattro gol in queste prime cinque giornate: tre su rigore (dal dischetto sembra davvero imbattibile) e uno su azione. Vittime del suo destro infallibile sono state nell’ordine Torino, Napoli e Spal. Gli Estensi si sono dovuti piegare due volte al cecchino cagliaritano degli 11 metri. Così, a 12 anni di distanza dal suo primo e unico gol in Serie A, siglato il giorno del suo esordio a soli 18 anni contro l’Ascoli, Mancosu si è ripreso la scena nella massima competizione nazionale. 

Ma la “favola salentina” di Mancosu, fratello d’arte di Matteo (attaccante dell’Entella) e di Marcello, inizia nelle serie minori. È proprio lui infatti uno dei trascinatori dei giallorossi nel doppio salto consecutivo dalla Serie C alla A. Nello scorso campionato di Serie B il fantasista sardo è stato un vero e proprio mattatore con 13 gol e 6 assist in 34 presenze. 

Quest’anno, dopo l’esordio in sordina, sia personale che di squadra, si è ripreso il suo Lecce sistemandosi di nuovo tra il centrocampo e l’attacco. Una bella rivincita verso chi non gli ha permesso di sfatare l’antico proverbio “nessuno è profeta in patria”, anche se a dire il vero è stato molto vicino ad avere una chance in maglia sarda nel gennaio scorso, quando venne la “pazza idea” al club di Giulini di riportarlo all’ombra della Sella del Diavolo. Così lui stesso ne parlò a maggio in un’intervista a L’Unione Sarda: «Io volevo andare in Serie A, a tutti i costi, dovevo provarci, ma dovevo capire come. Da protagonista con la maglia del Lecce o da gregario a Cagliari, posto in cui sono nato, ma dove non mi conosce nessuno. Come mi ero sudato la B, dovevo sudarmi anche la A. E allora ho deciso di continuare con il Lecce…».

E allora non resta che augurare a questo illustre “figlio di Cagliari” di fare un grande campionato e perché no, di rivederlo un giorno in rossoblù, ovviamente in Serie A e da protagonista. Per ora fa bene a godersi il suo Lecce. E il Lecce a godersi il suo capitano sardo. 

 

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