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San Sperate piange Tziu Giuliu. Addio al nonnino centenario che amava la bici

Tziu Giuliu all'Expo (foto cortesia di Enrico Collu)

Avrebbe compiuto 106 anni Tziu Giuliu, nato a San Sperate il 27 settembre 1913. Paese che lo aveva cresciuto e che non aveva mai lasciato. Grande e instancabile lavoratore. Lo si vedeva sempre in giro con la sua bici, una Graziella, con la quale Giulio andava dappertutto e alla quale – diceva -non avrebbe mai rinunciato.

Un ricordo di Giulio lo ha lasciato Enrico Collu, sindaco di Sa Sperate, grande amico di Tziu Giuliu, che racconta come è cambiata la sua vita a partire dai novant’anni:

“Decise di darsi al teatro grazie al sostegno e alla intuizione geniale dei ragazzi di Antas teatro, che prima di tutti colgono le potenzialità di questo arzillo nonnetto, salì sul palco del Festival Cuncambias.
La rassegna dedicata alla cultura popolare ora poteva vantare l’attore più anziano del mondo che con le sue poesie amava raccontare di sé stesso e della sua gente.

La popolarità cresce, si inizia a capire che Giulio ha qualcosa di speciale. Uno così inizia ad attirare l’attenzione un po’ ovunque e quando l’associazione internazionale delle città della terra cruda lancia lo slogan “la terra dei centenari” Giulio non può non essere che uno dei testimonial d’eccellenza.
L’associazione con questo tema intendeva promuovere le case in terra e le produzioni agroalimentari del nostro territorio, legando la loro qualità alla longevità dei nostri compaesani. Parte così nel 2015 la sua avventura tra i padiglioni dell’Expo di Milano dove gli fu anche attribuito il titolo di “visitatore più longevo” dell’esposizione universale (anche se poi il titolo gli fu strappato da qualcuno a cui non sfuggì il clamore che la visita di Giulio aveva causato nei media, tutta l’Italia ne parlò).
In quell’occasione iniziò la sua trasformazione in una vera e propria star.
L’esperienza maturata con Cuncambias gli avevano conferito una tranquillità nell’affrontare telecamere e cronisti disarmante, era come se stesse recitando una parte che conosceva a menadito. Sorprendente con quanta disinvoltura accondiscendesse senza battere ciglio o dimostrare stupore o emozione quando gli veniva richiesto un’autografo. Un VIP.
Ricorderò sempre una sua battuta. Stava osservando il flusso continuo di gente che percorreva i viali dell’Expo, un fiume di persone che gli passava davanti e lui rimaneva li, curioso e in silenzio. A un certo punto si volta verso di me e dice con aria soddisfatta “Attru che Sant’Arega innoi eh?”. Ripeterà la frase anche alla figlia al ritorno in sardegna.
Durante e dopo quell’avventura, che mi ricorderò sempre, anche tutta Italia iniziava a conoscerlo. La sua storia non sfuggi a Magalli che inviò una troupe a intervistarlo, successivamente lo invitò a Roma per partecipare alla trasmissione televisiva da lui condotta “I fatti Vostri”. Fu un’altra avventura incredibile con una serie di perle sparate dal simpatico centenario.
Simpatico certo, ma anche molto esigente e tutt’altro che semplice da gestire. Per fortuna la compagnia era buona e con l’amico Enrico Pusceddu ce la siamo cavata senza troppi problemi.
L’onda di interviste e di richieste a partecipazione a studi scientifici, programmi, interviste, sembrava inarrestabile. Ricercatori universitari sardi ma anche americani si proponevano, arriva la partecipazione a un cortometraggio condotto dal bravo Jacopo Cullin. Persino una troupe Giapponese, di un importante programma televisivo nipponico, venne a fare visita al centenario. L’immagine di Giulio ormai sbarcava in tutto il mondo.

Nel 2016 arriva per Giulio il prestigioso riconoscimento della “Pesca d’oro” assegnato dal Comitato del turismo Sostenibile in collaborazione con l’amministrazione Comunale e che in passato, prima di Giulio, era stato conferito nel 2010 a Pinuccio e Pablo Volta, nel 2011 ad Antonio Mallus, nel 2012 al Vescovo di Nuoro Mosè Marcia, nel 2013 ad Amalia Schirru, nel 2014, Mario Fulghesu e Ida Pillittu ed infine nel 2015 a Carmelo Addaris.

Aveva superato la sofferenza per la perdita della moglie e una malattia che lo aveva provato. Raccontava spesso come aveva conosciuto e conquistato la moglie, racconti di altri tempi. La “Graziella”, la sua compagna da ormai 40 anni, credo debba diventare un “monumento” e trovare la sua collocazione tra le opere d’arte di questo paese.
Ricordo ancora il compleanno dei suoi cento anni.
Ricordo la magnifica torta che tutte le associazioni fecero insieme, ognuno ne realizzo una parte e la torta fu composta in piazza San Giovanni. Fu la prima occasione di incontro e collaborazione di tutte le associazioni del nostro paese dopo tanto tempo.
Ricordo che in quel periodo c’erano un po’ più di problemi, distanze e divisioni e quel compleanno fu l’occasione per far riavvicinare un po’ tutti. Magari sbaglio, ma lo ricordo così e così mi piace ricordarlo.

Una delle ultime e simpatiche risposte date da Giulio alla domanda di una intervistatrice “Quale è il suo segreto, come si fa ad arrivare alla sua età così in gamba?” la risposta non si fece aspettare “Tocca aspettare” .

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