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Zedda ancora all’attacco: “Non solo i vitalizi, nuova bozza prevede il ripristino dei fondi ai gruppi”

Massimo Zedda

Nuova bordata di Massimo Zedda alla maggioranza in Consiglio regionale. Dopo aver denunciato la proposta di legge sul ripristino dei vitalizi per i consiglieri regionali sardi, poco fa, sempre su Facebook, l’ex sindaco di Cagliari ha pubblicato la nuova bozza che prevede anche il ripristino dei fondi ai gruppi, anche questi aboliti nel 2014.

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 La bozza della Pdl sul ripristino dei fondi ai gruppi pubblicata da Zedda 7  

«Non ci crederete, perché non potevo crederci neanche io e neanche i miei colleghi del gruppo, finché non ho visto il testo della seconda proposta di legge della XVI legislatura – scrive Zedda -.  La nuova bozza prevede il ripristino dei famigerati fondi ai gruppi. Sì, proprio loro, a volte ritornano. La legge è stata illustrata ai capigruppo dal Presidente del Consiglio Regionale, il leghista onorevole Pais, della maggioranza leghista e sardista del centrodestra regionale.  Non bastava la prima proposta, quella per la reintroduzione delle pensioni o vitalizi ai consiglieri regionali, la maggioranza di destra ritiene che la seconda priorità per la Sardegna sia quella di dare decine di milioni di euro ai gruppi consiliari».

«La spesa? 60.000 euro circa a consigliere per 60 consiglieri, ogni anno, per 5 anni per un totale di 18 milioni di euro che sommati ai vitalizi sono quasi 24 milioni di aumento di costi della politica – continua l’esponente di Campo Progressista -. Fondi per i servizi sociali? Incentivi alle imprese e al tessuto economico e all’agricoltura? Finanziamento alle società sportive, alla cultura, all’istruzione?
Prima i sardi e la Sardegna? No! Prima gli onorevoli!».

«Questa è la loro idea di Sardegna – commenta duramente Zedda – un’isola da spolpare, sono gli stessi che vorrebbero governare Cagliari con l’Onorevole Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia, per fare al governo della città quello che stanno facendo governando la Regione. Attualmente i gruppi si avvalgono di dipendenti pubblici che lavorano in comando in Consiglio per contenere la spesa pubblica.  Si tratta di personale che ha superato un concorso pubblico e che, per la durata della legislatura viene pagato dal Consiglio Regionale e non dall’ente di provenienza. Con questa seconda e ineffabile proposta si introdurrebbe la possibilità di attivare contratti di diritto privato per assumere collaboratori, aprendo un conto corrente nel quale far confluire le risorse. Come i vecchi fondi ai gruppi. Nel testo si parla di costo zero, ma è una colossale bugia, l’aumento di spesa sui conti pubblici sarà di 3.600.000 euro all’anno e di 18 milioni per l’intera legislatura».

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