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Omicidio di Adolfo Musini, gli inquirenti: “Grave degrado sociale fatto da tossicodipendenti e spacciatori”

Eugenio Corona e Adolfo Musini

Eugenio Corona e Adolfo Musini

Emergono nuovi particolari dietro l’efferato omicidio dell’anziano Adolfo Musini, ucciso domenica sera dal 40enne Eugenio Corona.

Gli inquirenti hanno accertato che Corona si è introdotto da solo in casa dell’88enne per poi farvi ritorno poco dopo insieme a un complice con l’obiettivo di rubare un televisore. Dalle indagini emerge che poi il complice sia tornato a casa del malcapitato per portarsi via un computer. In questo frangente il complice di Corona sarebbe stato accompagnato da una terza persona, presumibilmente uno straniero che gli ha fatto da “palo” all’esterno della palazzina.

«Il contorno della vicenda si inserisce in una situazione di grave degrado sociale – spiegano i carabinieri che stanno conducendo le indagini – fatto da numerosi tossicodipendenti e spacciatori, soliti riunirsi in sottoscala fatiscenti per consumare, tra le altre droghe, principalmente cocaina che viene inalata tramite procedimenti che ricordano quelli del consumo del crack».

Anche per questo motivo da tempo i carabinieri hanno intensificato il contrasto allo spaccio e al consumo delle sostanze stupefacenti ottenendo eccellenti risultati. Da inizio anno sono 50 gli spacciatori arrestati, venti quelli denunciati e circa 80 gli assuntori segnalati. Complessivamente sono stati sequestrati 110 kg di hashish, 7 kg e decine di piante di marijuana, 4,5 kg di cocaina e 3,5 kg di eroina.

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