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Startup Sardegna. Hiveguard, il sensore per la cura e la salvaguardia degli allevamenti di api

I fondatori di Hiveguard

La crisi dell’apicoltura e la moria delle api sono negli ultimi anni al centro dell’attualità globale. I pesticidi, il riscaldamento globale, le onde elettromagnetiche, i prodotti ogm, lo stress e i virus: tutti fattori che hanno decimato la popolazione delle api nel mondo occidentale.

Daniele Melis, Sara Sulis e Lorenzo Atzeri hanno incentrato i loro studi e le loro energie nella creazione di HiveGuard, un sensore che permette di facilitare la vita delle api e degli apicoltori.

Raccontateci chi siete, qual è stato il vostro percorso e come vi è venuta l’idea della vostra startup

HiveGuard è una startup nata durante la V edizione del Contaminatio Lab UniCa in cui è stata una delle sei finaliste. Tra le varie competition in cui il team si è distinto ci piace ricordare Digithon 2018 in cui abbiamo vinto il 2 premio offerto da evolvere s.r.l., la Start Cup Sardegna la cui vittoria ci ha permesso di partecipare al Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI Cube 2018) tenutosi a Verona lo scorso 29/30 novembre, la FRISTART Cup evento che rientra nel progetto Interreg marittimo Italia-Francia e il Bando Insight di Sardegna Ricerche che ci ha permesso di realizzare i primi prototipi e l’apiario sperimentale. L’idea è nata grazie alla fusione tra le nostre passioni e le nostre competenze, un ingegnere con la passione per le api incontra un’informatica con la passione per la computer vision e sorella di un apicoltore, il resto è frutto di tanta determinazione e duro lavoro.

Attualmente il team è costituito da me Daniele Melis CEO di HiveGuard, ingegnere responsabile dello sviluppo hardware, della parte economica e della customer acquisition; Sara Sulis: CTO, informatica responsabile dello sviluppo software e del digital marketing; Lorenzo Atzeri: Developer, il nostro esperto di Deep Learning che ha sviluppato l’algoritmo di riconoscimento. Inoltre collaborano con noi Massimo Licini: tecnico apistico dell’agenzia Laore di Sardegna Agricoltura, uno dei massimi esperti di apicoltura in Sardegna e Davide Corda: ingegnere meccanico che ha sviluppato il prototipo.

Raccontateci di cosa si occupa in concreto il vostro progetto

Abbiamo ideato un sensore che consente il monitoraggio mirato e automatizzato delle arnie, la casa delle api domestiche, dotato di telecamera e algoritmo di riconoscimento immagini. In particolare il nostro algoritmo di riconoscimento basato sul Deep Learning (Machine Learning su reti neurali) consente di ottenere un grado di affidabilità prossimo al 99% e può individuare per esempio le celle reali (cellette da cui nascono nuove regine costringendo le regine madri ad abbandonare l’arnia e a interrompere la produzione di miele) o patologie come la peste Europea e Americana per cui l’unica soluzione che hanno gli apicoltori per arrestare il contagio è la distruzione delle arnie. Una volta individuate le problematiche all’interno dell’arnia ne notifica la presenza mediante un’applicazione dedicata da istallare nello smartphone degli apicoltori. Ci piace identificare HiveGuard come la Smart Home delle api.

In che modo la vostra idea innovativa può migliorare la vita delle persone?

HiveGuard si avvale di una tecnologia completamente green, che utilizza energia elettrica pulita sfruttando la naturale energia del sole. Tramite una tecnica di monitoraggio che si integra perfettamente con l’apicoltura tradizionale affianca gli apicoltori nel monitoraggio delle arnie al fine di ridurre drasticamente gli effetti negativi causati dalle attuali pratiche apistiche. In particolare HiveGuard aiuterà gli apicoltori a prevenire la sciamatura e individuare alcune tra le più pericolose patologie che affliggono le api come la peste.

HiveGuard apporta benefici diretti per gli apicoltori in quanto riesce a ottimizzare le risorse dell’azienda apistica; e per le api in quanto riduce drasticamente lo stress dovuto alla continua apertura delle arnie.

HiveGuard ha anche un forte impatto di carattere sociale in quanto:

a) Promuove il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali;

b) Potenzia la competitività dell’agricoltura in tutte le sue forme e la redditività delle aziende agricole;

c) Preserva, ripristina e valorizza gli ecosistemi dipendenti dall’agricoltura e dalle foreste;

d) Incentiva l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale;

e) Si adopera per l’inclusione sociale, la riduzione della povertà, lo sviluppo economico e la riduzione del fenomeno dello spopolamento nelle zone rurali.

Il vostro progetto è già sul mercato? Se sì, qual è stato il riscontro?

Il nostro progetto non è ancora sul mercato, ma abbiamo già inizializzato la nostra rete di vendita grazie ad una partnership strategica con l’agenzia Laore di Sardegna Agricoltura (Agenzia di attuazione dei piani in campo agricolo e rurale della regione Sardegna) e stiamo finalizzando un accordo con uno dei più importanti consorzi di aziende apistiche in Italia. Gli apicoltori all’interno della nostra rete hanno già firmato la manifestazione d’interesse e non vedono l’ora di poter installare il dispositivo nei loro apiari.

Quali sono i prossimi step?

Nei prossimi step realizzeremo 100 prototipi da far utilizzare agli apicoltori della nostra rete e poter ottenere i contratti di prevendita, passeremo poi alla revisione industriale del dispositivo e ci prepareremo alla produzione che sarà pronta nei tre mesi successivi per poi procedere con la fase di vendita.

Cosa consigliereste ai giovani startupper che stanno iniziando un percorso d’impresa?

Suggeriamo di abbandonare la comfort zone ed esplorare nuovi confini dando ogni giorno il 101% come se ogni nuovo giorno fosse il Day 1.

Quali sono secondo voi i principali rischi di aprire una startup?

Dal nostro modo di vedere i problemi legati all’ecosistema italiano delle startup riguardano: la scarsa cultura startup e i metodi di finanziamento. La parola chiave potrebbe essere networking, dobbiamo riuscire a creare un aggregatore di risorse, o un ambiente idoneo, che consenta a chi ha l’istinto per il business e il polso del mercato di confrontarsi con i tecnici più brillanti e talentuosi in modo da far fiorire l’ecosistema, perché solo in un ecosistema rigoglioso si può sviluppare il concetto di eccellenza.

Nel nostro percorso ci siamo più volte scontrati con le problematiche legate all’assenza di un idoneo ambiente di sviluppo nazionale e questo naturalmente ha limitato la velocità di crescita della nostra startup e dell’intero ecosistema.

Qual è, infine, il vostro obiettivo?

Il nostro obiettivo è quello di vendere nei prossimi due anni 50mila dispositivi ovvero avere raggiunto 100 aziende apistiche, ma è anche quello di favorire la crescita di nuove idee imprenditoriali che vadano ad alimentare l’ecosistema nel panorama italiano ed è per questo che io e Sara siamo stati anche i testimonial della nuova edizione del Contamination Lab la cui finale si è tenuta il 17 maggio al Teatro Massimo di Cagliari.

Intervista realizzata dalla redazione, in collaborazione con l’Avv. Federico Serratore, dello studio Legale Serratore Gagné, e Damiano Congedo, CEO di SEO Pirates

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