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Castiadas, sequestrati altri due chioschi. I titolari si appellano alla Regione: “Stagione a rischio”

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Continuano i sequestri da parte delle forze dell’ordine dei chioschi di Castiadas. Dopo i sigilli posti ieri ai chioschi ‘Is Sonnus’ di Cala Pira e al chiosco dell’hotel ‘Garden Beach’ di Cala Sinzias, oggi è stata la volta di ‘Is Fradis’, sempre a Cala Sinzias e il chiosco di Santa Giusta. Nelle prossime ore e nei prossimi giorni potrebbe toccare a tutti gli altri.

La polizia municipale sta eseguendo quanto disposto dalla Procura, secondo quanto previsto dalle leggi regionali vigenti. I chioschi del litorale di Castiadas hanno una concessione di sette mesi – da aprile a ottobre – dopodiché andrebbero smontati, se non fosse per le ultime novità normative che sembrerebbero dare loro ragione nella decisione di non smontare i chioschi. A sostegno dei titolari dei chioschi in via di sequestro c’è infatti quanto disposto dall’ultima legge di bilancio, che citiamo testualmente: «I titolari delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo e dei punti di approdo con medesime finalità turistico ricreative, che utilizzino manufatti amovibili di cui alla lettera e.5) del comma 1 dell’art, 3 del D.P.R. 380/2001 (Testo unico dell’edilizia), possono mantenere installati predetti manufatti fino al 31/12/2020, nelle more del riordino della materia».

I dieci chioschi del litorale di Castiadas si sono riuniti oggi al Tamatete – al momento l’unico che non dovrebbe vedere sequestrata la propria struttura – per fare il punto della situazione. Il Tar regionale ha rinviato di sei mesi la pronuncia sul ricorso presentato lo scorso anno dai titolari aderenti al consorzio di categoria e nel frattempo è intervenuta la magistratura che ha disposto i sequestri.

Ora la stagione è fortemente a rischio e la preoccupazione è tantissima. «Vogliamo far sentire le nostre ragioni – spiega Giorgio Murgia dell’Iki Beach -. A rischio ci sono 300 lavoratori, le loro famiglie, i fornitori e l’intera stagione turistica del litorale, compresi eventi e matrimoni già fissati. La legge di bilancio parla chiaro. Chiediamo alla Regione Sardegna di adeguarsi alle norme vigenti e di consentirci di lavorare».

Sostegno arriva anche da parte del Comune di Castiadas che ha già attivato delle interlocuzioni con la Giunta regionale guidata a Christian Solinas e con l’assessore al Turismo Gianni Chessa. «Fermo restando che la legge va sempre rispettata siamo molto preoccupati per due motivi – spiega il vicesindaco di Castiadas Giuseppe Onano -. In queste attività ci lavorano seriamente 300 persone, il ché significa 300 stipendi per 300 famiglie. Non solo posti di lavoro, i chioschi danno servizi igienici a tutto il litorale. Mancando questi servizi si registrerebbero seri problemi di inquinamento all’ambiente». «Abbiamo già contattato l’assessore Gianni Chessa – conclude Onano – speriamo si possa giungere a una soluzione».

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