Duro il commento del gruppo Trapiantati AITF Nuoro-Ogliastra sulla vicenda, raccontata dalla Nuova Sardegna, della signora Pietrina Rubanu e del marito, malato oncologico, costretti a fare i salti mortali per trovare un posto letto a Nuoro.

“Questo episodio ha dimostrato ancora una volta, soprattutto sulla pelle dei malati, quanto sia ormai ridotta male la sanità in Sardegna. Non serve più lamentarci e basta, dobbiamo, tutti assieme, reagire in maniera energica e dire basta, basta a una gestione della sanità completamente in mano ai politici, basta alle centinaia di manager superpagati, basta alle decine di centinaia di dirigenti e burocrati che stanno soffocando la sanità, basta ai medici che hanno da tempo finito di fare i medici e che hanno unicamente l’aspirazione di entrare in politica, basta con tutto questo. Dobbiamo riunirci in comitati formati da persone che abbiano veramente a cuore i malati, che pensino al modo migliore di intervenire quando un malato, soprattutto quelli con patologie più gravi, ha bisogno di essere trattato come le sue condizioni necessitano, dobbiamo pretendere di avere un’assistenza rapida, efficace, con più umanità da parte del personale preposto. O noi iniziamo veramente a ribellarci a questo stato di cose o dobbiamo rassegnarci e leggere, sempre più spesso, altri episodi da Odissea come quello vissuto dalla signora Pietrina Rubanu, che ha tutta la nostra solidarietà”.

La piccola Megan era stata rimandata a casa sei volte, durante i suoi due anni di vita. “Asma”, questo il responso, e via a casa. Invece la piccola è morta per un cancro ai polmoni, come riporta Il Messaggero.

Megan Clarkson, di Kirkcaldy, Fife, Scozia, aveva iniziato a soffrire di violenti attacchi di tosse nel 2016, novembre.

Nessuno degli specialisti le fece fare una radiografia: era solo asma, come tale andava curata con inalatori e antibiotici. Nemmeno quando la bambina è peggiorata, mostrando lividi sul petto e dolore alle ascelle, le cose son cambiate. Solo a dicembre scorso è stata ricoverata al Royal Hospital for Children di Glasgow ed è lì che è stata effettuata la prima diagnosi corretta: blastoma pleuropolmonare di tipo tre.

È morta un mese più tardi.                                         

«Se scoperto in tempo» ha dichiarato la mamma, Kelly «avrebbe avuto il 90% di possibilità di guarire, ma così le possibilità si sono abbassate al 37%».