Il Cagliari conclude in 9 uomini la sfida col Torino ma agguanta un punto d’oro pareggiando per 1-1. Pavoletti ha risposto a Zaza, ma questa partita rimane nella storia per la grande quantità di ammoniti e di espulsi. Han pagato dazio i rossoblù con Luca Pellegrini e Nicolò Barella mandati anzitempo negli spogliatoi. Una partita tosta, molto fisica, che ha lasciato qualche polemica e dato sfogo ad una serie di occasioni importanti da ambo i lati. Rolando Maran può esser soddisfatto: la sua squadra è ora undicesima con 37 punti.

CRONACA.

Costretto da alcuni acciacchi a rivoluzionare la difesa, Maran rispolvera Padoin terzino destro e preferisce Klavan a Romagna. Calcio d’avvio per i rossoblù che guadagnano sì un angolo ma vedono Barella guadagnare un giallo dopo nemmeno un minuto. Dopo una serie di errori arriva la prima occasione di giornata al 5′, una fitta serie di passaggi consente a Pellegrini di crossare, Joao Pedro colpisce di poco alto sopra la traversa. Il sinistro di Ansaldi convince Cragno alla ribattuta, poi il portiere cagliaritano si supera sul destro di Baselli dal limite. Al 10′ il Cagliari va vicinissimo al vantaggio quando Barella libera Ionita al limite, il sinistro del moldavo si stampa sulla traversa. A questo punto i rossoblù prendono in mano la manovra, sbagliano poco e quando sbagliano Rincon calcia malissimo e non crea affanni. Al 28′ giocata intelligente di Cigarini per Faragò, la mezzala libera il cross basso in mezzo all’area ma nessuno degli attaccanti è in grado di accompagnare la palla in rete. Klavan domina l’area cagliaritana in diverse occasioni in cui il Torino si affaccia in fase offensiva, al 45′ + 1′ Joao Pedro è imbeccato bene da Barella ma il suo piatto è troppo molle tra le mani di Sirigu. La prima frazione si chiude sullo 0-0.

Migliore il rientro in campo dei granata, altre due occasioni sulle quali Cragno fa gli straordinari: prima sul colpo di testa di Meite e a seguire sul tiro di Berenguer. Risponde il Cagliari a stretto giro di posta, Pavoletti raccoglie il cross di Pellegrini e sfiora di poco il palo alla destra di Sirigu. Al 51′ arriva il vantaggio del Torino: punizione dal lato corto destro, Izzo salva la palla dentro l’area e serve Zaza per il tap-in vincente. Alta la punizione di Baselli, la sfida continua ad essere molto fisica  e di difficile interpretazione per l’arbitro. Maran decide di affidarsi a Cerri in fase avanzata, una mischia dentro l’area torinese chiede subito al neo entrato di incidere ma il colpo di testa va alto. Al 70′ un bel cross di Faragò viene colto da Pavoletti, Sirigu para in angolo. Birsa rileva Ionita, quindi l’arbitro espelle Zaza dopo che questi lo aveva mandato a quel paese. Al 75′ il cross di Cigarini è battezzato in porta da Pavoletti, c’è però un presunto fuorigioco del bomber: il VAR indica all’arbitro che è tutto regolare. All’81 c’è un nuovo cartellino rosso, questa volta è Pellegrini ad essere mandato sotto la doccia per somma di ammonizioni. Lykogiannis prende il posto di Pavoletti, Sirigu deve esaltarsi su un destro centrale di Cigarini. Faragò invita Cerri al tap-in al 94′ ma l’attaccante manca la palla, un minuto dopo l’arbitro Irrati va ad espellere anche Barella per somma di ammonizioni. Cragno strepitoso sulla punizione velenosa di Baselli.

TABELLINO.

Torino: Sirigu, Moretti, Izzo, NKoulou, De Silvestri (al 39′ Aina), Rincon (al 86′ Damascan), Berenguer (al 75′ Parigini), Baselli, Meite, Ansaldi, Zaza. All. Mazzarri

Cagliari: Cragno (7), Padoin (5.5), Klavan (6), Pisacane (5.5), Pellegrini (5.5), Faragò (6), Cigarini (7), Barella (5.5), Ionita (6) (al 72′ Birsa 6), Joao Pedro (5.5) (al 65′ Cerri 6), Pavoletti (6.5) (al 84′ Lykogiannis 6). All. Maran (6)

Arbitro: Massimiliano Irrati di Pistoia

Gol: Zaza (51′), Pavoletti (77′)

Ammoniti: Barella (1′), Rincon (2′), Faragò (19′), Berenguer (44′), Padoin (45′ + 1′), Pellegrini (50′)

Espulsi: Zaza (73′), Pellegrini (81′), Barella (95′)

Note: recupero 3′ e 7′ 

Articolo di Giacomo Perra

Per gli almanacchi e i tabellini sportivi, che badano al concreto e dimenticano le note di colore, è semplicemente il primo match della Nazionale disputato al Sant’Elia. Da tutti gli appassionati di calcio, sardi e non, però, l’amichevole Italia-Spagna del 20 febbraio 1971 sarà ricordata per sempre, anche e soprattutto, come la partita delle arance. Le arance sono quelle che, insieme a una non meglio precisata varietà di altri agrumi e di ortaggi, in quell’ormai lontano sabato il pubblico cagliaritano scaraventò contro il ct Ferruccio Valcareggi e i suoi malcapitati uomini. Il motivo di tanto astio? La mancanza di giocatori rossoblù tra i titolari e tra i subentrati, un “peccato” da far scontare al mister e ai suoi ragazzi con una disonorevole gazzarra.

Reduci dal secondo posto conquistato a Messico ’70, i campioni di Valcareggi scesero in campo al Sant’Elia, appena inaugurato, con la seguente formazione: Zoff, Bet, Facchetti, Bertini, Rosato, Burgnich (dal 46’ Ferrante), Mazzola, Rivera, Bonisegna, De Sisti, Prati. Assente giocoforza Gigi Riva, infortunatosi qualche mese prima al Prater di Vienna per un fallo del mediano austriaco Hof, dall’undici iniziale Valcareggi, a cui evidentemente importava poco della geopolitica, escluse anche gli altri cinque campioni d’Italia rossoblù – Albertosi, Niccolai, Cera, Domenghini e Gori – presenti al Mondiale.

Com’era prevedibile, il Sant’Elia non apprezzò e, dall’inizio della partita, sancito dall’arbitro Frauciel alle 14:30 dopo l’esecuzione degli Inni – quello di Mameli venne sonoramente fischiato -, cominciò a fare smaccatamente il tifo per gli spagnoli. Rinfrancati forse da cotanto inaspettato calore, le Furie Rosse dominarono il gioco per quasi tutto l’incontro, chiudendo il primo tempo addirittura in vantaggio per due a zero grazie alle reti di Pirri e Uriarte. Il gol di De Sisti al 34’ della ripresa contribuì a fissare il punteggio sul definitivo 1-2, un risultato meno severo che comunque non salvò “l’onore” degli azzurri, sconfitti in Italia dopo dieci anni e costretti a uscire scortati dallo stadio tra un’impietosa pioggia di arance.

Lavata l’”onta” nella più cafona delle maniere, dall’indomani il pubblico del Sant’Elia dovette fare i conti con la comprensibile stizza e il conseguente ostracismo della Figc, che, scottata dalla clamorosa ribellione della tifoseria rossoblù, riportò la Nazionale a Cagliari solo al termine di un “embargo” durato diciotto anni. La pace tra l’Italia del calcio e il capoluogo sardo fu consumata, infatti, il 21 dicembre del 1989, quando al Sant’Elia la squadra di Azeglio Vicini sfidò l’Argentina di Maradona. Fu uno scialbo zero a zero, riportano le cronache: quel giorno, però, oltre ai gol, non fioccarono neppure le arance. Scusate se è poco..