Berchidda, Time in Jazz: presentata la 32esima edizione del festival
Musica ma anche arte, letteratura, cinema, ambiente, società: queste le coordinate lungo le quali si snoderà la trentaduesima edizione del festival internazionale Time in Jazz, appuntamento tra i più attesi dell'estate, in programma dal 7 al 16 agosto tra Berchidda, paese natale del suo ideatore e direttore artistico, il trombettista Paolo Fresu, e varie altre località del nord Sardegna.
Musica ma anche arte, letteratura, cinema, ambiente, società: queste le coordinate lungo le quali si snoderà la trentaduesima edizione del festival internazionale Time in Jazz, appuntamento tra i più attesi dell’estate, in programma dal 7 al 16 agosto tra Berchidda, paese natale del suo ideatore e direttore artistico, il trombettista Paolo Fresu, e varie altre località del nord Sardegna.
Un’edizione che si riconosce sotto il titolo “Nel mezzo del mezzo”: come il numero 32 che la connota e che, come spiega Fresu nella sua presentazione, “si colloca tra il 31 – naturale prosecuzione del primoriale e semiperfetto 30 – e il 33, palindromo della maturità e degli anni di Cristo oltre che numero che indica l’inizio e la fine delle cose”; nel mezzo come “un’isola, la Sardegna, che sta idealmente tra l’Africa e l’Europa (…) una “Terra di mezzo” in quell'”oceano contemporaneo delle nuove migrazioni degli anni Duemila” che è il Mediterraneo. Per il musicista di Berchidda è dunque “in questo essere ‘nel mezzo’ numericamente e geograficamente che va letta questa edizione del Festival internazionale Time in Jazz. Una manifestazione storica che osserva e che ascolta porgendo attenzione alle migrazioni sonore e culturali di questi anni tese tra passato e presente, suoni acustici ed elettronica, mainstream e ricerca oltre che trasformazioni in essere e violente convulsioni socio-politiche. Sempre più sentiamo la responsabilità di dover ribadire il ruolo centrale della storia musicale italiana da innestare nel più vasto linguaggio del jazz che naviga in altrettanti mari e oceani da cento anni a questa parte”.
E sarà un’edizione che si annuncia particolarmente ricca e assortita, con una quarantina di eventi musicali previsti che si susseguiranno dal mattino alla notte in spazi e scenari differenti: la grande arena allestita nella piazza centrale di Berchidda, teatro dei concerti serali (dall’11 a Ferragosto) ma anche i boschi e le chiesette campestri nei dintorni del paese e i siti più rappresentativi degli altri centri in cui il festival fa tappa con i suoi concerti: Arzachena, Cheremule, Erula, Mores, Olbia, Ploaghe, Telti, Tula, Tempio Pausania e altri ancora. E, accanto alla musica, un ampio ventaglio di iniziative diverse: presentazioni di libri e novità editoriali, azioni di promozione e sensibilizzazione ambientale, laboratori e spettacoli per bambini, progetti di inclusione per migranti, oltre alla consueta rassegna di film documentari curata dal regista Gianfranco Cabiddu.
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Accadde oggi, 15 marzo 1942 nasce a San Sperate Pinuccio Sciola: l’artista che faceva suonare le pietre
Sciola arriva da una famiglia di contadini. Autodidatta, viene scoperto nel 1959 grazie ad una mostra concorso indetta alla Rinascente. In tale occasione vince una borsa di studio per frequentare il Liceo artistico di Cagliari.
Accadde oggi, 15 marzo 1942 nasce a San Sperate Giuseppe, detto Pinuccio, Sciola, l’artista che faceva suonare le pietre. Oggi avrebbe compiuto 77 anni: scomparso nel maggio 2016 ha lasciato un vuoto incolmabile nell’arte sarda e internazionale. Lo ricordiamo nell’autobiografia del sito del suo paese, San Sperate e della fondazione che porta il suo nome.
Sciola arriva da una famiglia di contadini. Autodidatta, viene scoperto nel 1959 grazie ad una mostra concorso indetta alla Rinascente. In tale occasione vince una borsa di studio per frequentare il Liceo artistico di Cagliari. Tra il 1961 e il 1962 compie numerosi viaggi-studio nelle più importanti città d’arte italiane come Roma, Firenze, Venezia, Ravenna, Napoli. Nel 1964 frequenta il Magistero d’arte di Firenze e partecipa ad un corso di scultura a Salisburgo. Tre anni dopo vince una borsa di studio per un soggiorno in Spagna dove frequenta l’Università della Moncloa di Madrid.
Nel 1968 inizia l’attività di muralista e progetta di trasformare il paese di San Sperate in “paese museo”. L’iniziativa trova il sostegno di numerosi artisti italiani e stranieri tra i quali Foiso Fois, Primo Pantoli, Giorgio Princivalle, Gaetano Brundu. Sempre in quell’anno gli viene conferita la cattedra di scultura al Liceo Artistico di Cagliari.
Nel 1973, grazie ad un riconoscimento dell’UNESCO, lavora con il maestro David Alfaro Siqueiros a Città del Messico. Forte dell’esperienza artistica e sociale nell’ambito del muralismo trasforma il suo paese d’origine in quello che oggi è conosciuto in tutto il mondo come il “Paese Museo”, in cui vivono a cielo aperto centinaia di opere d’arte.
Nell’arco di quarant’anni le opere di Sciola sono state esposte o collocate presso prestigiosi spazi espositivi in tutto il mondo: ma è a partire dal 1996 che la sua ricerca artistica apre, per il mondo dell’arte, uno scenario nuovo e inaspettato quando il Maestro svela al mondo la magia del suono della pietra, una materia dura e statica, non più rilegata ad una sola funzionalità visiva e tattile, ma alla quale ha permesso di essere osservata attraverso un terzo senso: l’udito. Opere capaci di vibrare, e di emettere suoni, di comunicare allo spettatore il potere della natura e la forza della terra. Le pietre sonore vengono presentate per la prima volta in occasione del Festival Time Jazz di Berchidda in Sardegna e suonate dal percussionista Pierre Favre. Nel 2003 inizia una collaborazione con l’architetto Renzo Piano sceglie una monumentale scultura sonora per la Città della Musica a Roma. Nel 2012 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nomina Pinuccio Sciola Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Nel 2014, presso il Teatro Lirico di Cagliari, in occasione dell’opera la “Turandot” di Giacomo Puccini, l’intero allestimento scenografico viene curato dal Maestro Sciola, nello stesso anno gli verrà conferito il prestigioso premio “Medaglia Beato Angelico” e “Premio Donne del Marmo 2015” per il suo importante contributo alla storia della scultura durante la cinquantesima edizione a Verona della manifestazione “Marmoracc”.
Due settimane prima della scomparsa, Pinuccio Sciola, si trovava a San Pietro in Vincoli (Roma) all’interno della manifestazione “StoneTales” dove svelò di fronte al Mosè di Michelangelo la risposta alla famosa domanda dell’artista rinascimentale: “Perché non parli?”.
Tutt’oggi prosegue il suo incessante e ricco lavoro presso la sua casa-studio ed il “Giardino Sonoro” in San Sperate grazie all’impegno dei tre figli, che tramite la Fondazione Sciola si dedicano a portare avanti la sua filosofia di vita e quella che fu una ricerca artistica in continua evoluzione, costellata di successi, nuovi traguardi, e sfide ambiziose.
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