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Operazione Diablo, arrestati cinque arzanesi per detenzione e traffico illecito di armi ed esplosivo militare

Sgominata in Ogliastra un’associazione a delinquere finalizzata alla detenzione e traffico illecito di armi ed esplosivo militare. Cinque gli arrestati: Vincenzo Beniamino Marongiu ( classe 72, di Arzana),  Nicolò Piras (classe 90, di Arzana), Pietro Monni (classe 70, di Arzana), Enrico Balloi ( classe 87, di Arzana) e Davide Balzano (classe 88, di Arzana).

Le migliaia di intercettazioni captate ed analizzate dagli uomini del Commissariato di P.S. di Lanusei, del NIPAF-Ispettorato forestale e della Compagnia CC di Lanusei hanno evidenziato come il gruppo arzanese fosse assolutamente inserito in un grosso traffico di armi che ha messo in relazione il comune di Arzana (quale centro nevralgico) e diversi paesi ogliastrini.  Gli accertamenti eseguiti hanno portato alla luce un importante furto di armi avvenuto nel dicembre del 2014 a Lanusei presso l’abitazione dell’Avvocato Contini e del Fratello veterinario, attribuibile al Marongiu.

Al termine delle indagini, articolate e condotte anche grazie a numerosissimi sequestri, servizi di osservazione, pedinamento e controllo del territorio, sono stati raccolti fortissimi elementi tali da contestare numerose condotte illecite a carico degli indagati che sono risultati anche autori di vari furti in diverse abitazioni e in edifici pubblici di Arzana. Il proseguo delle investigazioni hanno fatto emergere ulteriori forti elementi di prova relativi alla partecipazione all’associazione a delinquere perseguita anche di altri personaggi che non erano destinatari della misura cautelare eseguita sempre dalle FF.PP. ogliastrine il 9 gennaio 2018.

Oggi ad Arzana (NU) Lotzorai (NU) e Uta (CA),al termine di una complessa e articolata attività d’indagine congiunta coordinata dal Procuratore Capo  Mazzeo, hanno dato esecuzione ad una seconda ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Lanusei (NU) a carico di cinque persone originarie di Arzana, oltre a quella già eseguita il 9 gennaio 2018.

L’associazione a delinquere è risultata così organizzata. In qualità di capi e promotori gli arzanesi Marongiu Vincenzo Beniamino, Piras Nicolò. In qualità di associati gli arzanesi Monni Pietro, Laisceddu Federico Luigi e Marongiu Stefano.

 

Vincenzo Beniamino Marongiu: con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso deteneva illegalmente le armi da guerra pistola mitragliatrice mp-40 e pistola mitragliatrice sten, non rinvenute. Lo stesso è stato trovato in possesso di un personal computer provento di furto ai danni delle scuole medie Arzana;  Illegalmente deteneva e poneva in vendita almeno una cassa, contenente 30 mine antiuomo, che lo stesso aveva prelevato da una località a lui nota. Le predette mine sono state rinvenute in data 30 ottobre 2018 nelle campagne di Arzana. Avendo inoltre compiuto il furto – insieme a Piras Nicolò – presso l’abitazione dell’arzanese  Antonio Stochino, veniva trovato in possesso del personal computer asportato presso quell’abitazione ed al quale, al fine di ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa, ne aveva resettato la memoria.

Nicolò Piras: s’impossessava al fine di trarne profitto, di un numero imprecisato di personal computer, di proiettori digitali marca Epson e di altri dispositivi informatici (rinvenuti e sequestrati durante l’esecuzione della misura cautelare del 09 gennaio 2018) sottraendoli all’interno dell’edificio delle scuole medie di Arzana, dove si era introdotto mediante effrazione di una porta blindata, commettendo il fatto su cose destinate ad uso pubblico;. Deteneva illegalmente una pistola mitragliatrice UZI, costituente arma da guerra, non rinvenuta.

Davide Balzano: compiva il reato di ricettazione, perché riceveva a fine di profitto beni culturali appartenenti allo stato, in particolare di 126 frammenti di reperti in terracotta di interesse archeologico, rinvenuti durante le operazioni di perquisizione che l’hanno interessato il 09 gennaio 2018 e per i quali la soprintendenza dei beni culturali di Nuoro ha confermato l’interesse storico-archeologico. Lo stesso è accusato di simulazione di reato, perché mediante denuncia di furto delle quattro ruote della sua autovettura VW Golf, presentata presso la stazione CC di Arzana, simulava un delitto mai avvenuto al fine del risarcimento assicurativo. In concorso con ignoti s’impossessava infine di tre bobine di rame custodite all’interno di un capannone e destinate al funzionamento degli impianti della diga di Santa Lucia, in territorio di Villagrande Strisaili (NU).

Enrico Balloi: riconosciuto quale “armaiolo” per le sue capacità  di modifica e manutenzione di armi, è accusato di porto illegale in luogo pubblico di una pistola semiautomatica in calibro 6,35mm,; è inoltre accusato del reato di ricettazione perché riceveva, a fine di profitto e conoscendone l’illecita provenienza, un personal computer provento di furto compiuto nelle scuole medie di Arzana.

Vincenzo Beniamino Marongiu e Nicolò Piras: in concorso tra loro s’impossessavano di cose mobili, quali monili in oro e argento sottraendoli dall’abitazione dell’arzanese Fara Maria, introducendosi mediante effrazione (con violenza sulle cose) nell’abitazione della persona offesa. In concorso tra loro s’impossessavano di cose mobili, tra cui un personal computer, monili in oro e argento, sottraendoli dall’abitazione dell’arzanese Stochino Antonio, introducendosi mediante effrazione e con violenza sulle cose nell’abitazione della persona offesa.

Pietro Monni,  Davide Balzano e Federico Luigi Laisceddu: in concorso tra loro e con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, durante il vasto incendio che ha colpito il territorio comunale di Arzana tra il 25 e il 26 luglio 2017, detenevano e portavano armi comuni da sparo di tipo e calibro imprecisato, da loro occultate all’interno di grossi tubi interrati in luoghi nella disponibilità dell’associazione, per evitare la perdita delle stesse.

 

L’attività di indagine ha permesso di denunciare anche un cittadino francese che in più occasioni, ha introdotto nello Stato italiano, armi comuni da sparo, tra cui una carabina in calibro 22 e una pistola in calibro 9 × 21 oltre a munizioni per armi comuni da sparo in diversi calibri.

I fatti accertati sono di estrema gravità, per il loro stesso numero e per essere stati, i reati fine, ed i propositi delittuosi realizzati e/o da realizzarsi in forma associata, con la costituzione dell’associazione suddetta, ed infine per la durata stessa della condotta antigiuridica (dal settembre 2016 al gennaio 2018) che, con l’affinamento dei metodi di azione, ha creato una solida e permanente attività operativa, non interrotta neanche dalle misure cautelari già eseguite.

Le indagini hanno inoltre confermato che gli associati erano pronti a compiere gravi atti ritorsivi anche mediante l’uso di esplosivo militare, contro vari rappresentanti della Magistratura inquirente e del personale delle FF.PP. in servizio ed in congedo che a più riprese, hanno preso parte alle indagini. In particolare Marongiu Vincenzo Beniamino, Davide Balzano, Monni Pietro e Piras Nicolò stavano progettando l’omicidio di Demurtas Piero, poliziotto in congedo e vicino di casa del Marongiu nonché la commissione di nuovi furti in diverse abitazioni di Arzana tra le quali quella della vedova Fragata, Mancosu Isabella.

 

 

 

 

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