Migranti, naufragio al largo di Sant’Antioco: ritrovati due cadaveri in mare, otto dispersi
A riferire dei compagni caduti in acqua sono stati i tre migranti riusciti a sbarcare. Il cadavere di un giovane è stato ripescato in mare
La Guardia Costiera ha ritrovato un secondo cadavere, dopo il naufragio di una piccola imbarcazione di migranti algerini che si trovava alla deriva nelle acque davanti all’isola di Sant’Antioco.
Il viaggio della speranza è diventato un incubo per i migranti che stavano cercando di raggiungere la Sardegna a bordo di un barchino. Tre di loro, algerini, sono stati soccorsi e hanno riferito che ci sarebbero stati degli altri compagni dispersi in mare.
Le ricerche da parte di Guardia Costiera, Guardia di Finanza a Carabinieri sono scattate subito e poco più tardi il cadavere di un giovane è stato ripescato al largo di Sant’Antioco. In mattinata il ritrovamento del secondo cadavere.
Stando a quanto hanno raccontato i tre superstiti alla Capitaneria di Porto di Sant’Antioco sarebbero otto in totale i dispersi dopo il naufragio. Le ricerche proseguono senza sosta.
Manifestazione contro l’uso delle pellicce: Cagliari di nuovo presente
La manifestazione di questa sera a Cagliari è legata a quella organizzata per chiedere al brand Max Mara di dire basta alle pellicce in volpe, cane procione e visone. Si parte alle 16
La manifestazione di questo pomeriggio a Cagliari è legata a quella organizzata per chiedere al brand Max Mara di dire basta alle pellicce. Il Gruppo Max Mara, che conta oltre 2.500 negozi in 105 paesi, è uno degli ultimi grandi marchi ad impiegare la pelliccia. L’attuale gamma include articoli realizzati in volpe, cane procione e visone.
Appuntamento oggi, sabato 20 aprile nel Largo Carlo Felice dalle ore 16
La campagna globale fur-free lanciata dalle associazioni animaliste Humane Society International (HSI), Humane Society of the United States (HSUS) e le organizzazioni della Fur Free Alliance (FFA) è un importante sforzo per promuovere la cessazione dell’uso della pelliccia animale nella moda, in particolare presso il gruppo Max Mara Fashion Group.
Ci sono diversi motivi per cui l’uso della pelliccia animale è controverso e oggetto di critica:
- Crudeltà verso gli animali: gli animali utilizzati per la produzione di pellicce sono spesso tenuti in condizioni di vita estremamente degradanti e sono sottoposti a pratiche di uccisione crude e dolorose, come l’elettrocuzione o l’asfissia da gas.
- Impatto ambientale: la produzione di pellicce ha un impatto significativo sull’ambiente, con elevate emissioni di gas serra rispetto ad altri materiali e un consumo considerevole di risorse naturali.
- Rischio per la salute pubblica: gli allevamenti di animali da pelliccia possono fungere da terreno fertile per la diffusione di malattie zoonotiche, come dimostrato da focolai di COVID-19 e influenza aviaria negli allevamenti.
- Disponibilità di alternative cruelty-free: esistono numerose alternative cruelty-free alla pelliccia animale, come tessuti sintetici di alta qualità o pellicce vegetali, che offrono agli stilisti e ai consumatori opzioni etiche senza compromettere lo stile o la qualità.
La richiesta di adottare una politica fur-free da parte del Max Mara Fashion Group è quindi fondata su considerazioni etiche, ambientali e di salute pubblica. La campagna mira a sensibilizzare sia il pubblico che l’azienda stessa riguardo a questi problemi e a promuovere una moda più etica e sostenibile.
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