Cagliari, la rabbia di Castello. Tutti in piazza contro l’abbandono del quartiere
Il quartiere cagliaritano di Castello sul piede di guerra, contro il degrado, l’incuria e l’abbandono dello storico rione. Il comitato Casteddu de Susu dà il via a un flashmob e chiama a raccolta nella piazza Costituzione residenti, professionisti, impiegati, commercianti, artisti, insegnanti, musicisti.
Il quartiere cagliaritano di Castello sul piede di guerra, contro il degrado, l’incuria e l’abbandono dello storico rione. Approfittando di un’ insolita “ottobrata”, il comitato Casteddu de Susu dà il via a un flashmob e chiama a raccolta nella piazza Costituzione residenti, professionisti, impiegati, commercianti, artisti, insegnanti, musicisti. Tutti uniti in una sola protesta montante al grido: «Vergogna Zedda».
I problemi di Castello sono ormai da tempo noti a tanti. Eterni lavori fermi da decenni, servizi inesistenti, una movida notturna sregolata e discariche abusive a cielo aperto. Senza dimenticare l’intramontabile guaio degli ascensori guasti: «Castello è un quartiere inesistente per l’amministrazione comunale – protesta un residente del rione – e in questo modo rischia di morire. Manca ogni tipo di servizio, un’edicola, un tabacchino, un orafo, un ufficio postale e tanto altro. Questo è il quartiere “padre” di Cagliari».
Numerosi e compatti, i castellani compiono un giro dopo l’altro della rotatoria della piazza. Cartelli di protesta in alto e bene in vista, tutti indossano un pezzo di nastro di segnalazione di lavori in corso a mo’ di fascia da sindaco. Già, perché uno dei principali crucci degli ultimi tempi sono le eterne incompiute di lavori stradali, alcuni dei quali fermi da decenni: «Questa è una zona frequentata da turisti – grida una residente – e quando arrivano che cosa trovano? Cantieri ovunque». Transenne e scavi che creano ai residenti e non problemi di viabilità, come i ponteggi della via Lamarmora di via Cammino Nuovo, e così come la chiusura al traffico di via Mazzini, che costringe a lunghi giri per uscire dal quartiere.
E chi invece in Castello vuole entrare? Lo fa, ma senza controllo: «La ztl qui è attiva solamente dopo la mezzanotte – gridano molti dei residenti – in questo modo entrano porci e cani. Inoltre, in uscita non ci sono telecamere , di conseguenza chiunque fa il bello e cattivo tempo». Un disagio dopo l’altro per gli abitanti che spesso faticano per trovare parcheggio e quando ce la fanno, questo è già occupato da un non-residente. E allora si è costretti a parcheggiare altrove, spiegauna signora presente «Io ho l’altra sera ho parcheggiato la macchina in viale Buoncammino. Me la sono fatta a piedi sino a casa con le buste di spesa».
Monica Zuncheddu, una delle teste organizzative del comitato Casteddu de Susu, sintetizza i punti e gli obiettivi della protesta: «Lavori in corso mai finiti, incuria, isolamento , parcheggi, ascensori guasti, ztl. I punti principali della protesta li abbiamo passati in rassegna. Noi innanzitutto vogliamo principalmente ridare a Castello vita e qualità. Subito vogliamo la riapertura della via Mazzini. Non è possibile che per uscire dal quartiere una persona debba passare da un parcheggio [ndr. via Cammino Nuovo]. L’amministrazione comunale ci deve ascoltare. Basta parole da campagna elettorale. Vogliamo i fatti».
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