Il Cagliari scenderà in campo questo pomeriggio alle ore 15 contro il Parma allo stadio Tardini nell’anticipo della 5a giornata di campionato. Ancora tanti i dubbi che il tecnico rossoblù Rolando Maran dovrà sciogliere nelle prossime ore.

Perno della squadra sarà il redivivo Joao Pedro o in veste di trequartista puro alle spalle delle due punte, oppure come seconda punta in appoggio a Pavoletti. Davanti, l’unico sicuro di un posto da titolare è proprio il centravanti livornese che vuole tornare al gol dopo il palo clamoroso contro il Milan che ha portato al gol del momentaneo vantaggio di Joao Pedro. Ad affiancarlo ci sarà probabilmente uno tra Sau e Farias, entrambi chiamati a un riscatto, dopo le prove sbiadite delle ultime settimane. Ma resta in piedi l’ipotesi del 4-4-1-1 con Joao Pedro alle spalle di Pavoletti.

Molto dipenderà dalle condizioni di Lucas Castro. La mezzala argentina sta recuperando faticosamente da un attacco febbrile che lo ha tenuto ai box durante la settimana. Qualora dovesse farcela, Artur Ionita potrebbe o accomodarsi in panchina o agire da trequartista alle spalle di Joao Pedro e Pavoletti. In caso contrario prenderebbe il posto di Castro liberando un posto in avanti per Sau o Farias. Certi di un posto Barella sul centrosinistra e Bradaric in regia. 

Meno dubbi per quanto riguarda la retroguardia. Sarà confermata con ogni probabilità la linea a quattro con Srna e Padoin ai fianchi di Romagna e Klavan. In porta un Cragno sempre più formato “Nazionale”.

La partita sarà trasmessa su Sky. 

Articolo di Giacomo Perra

Per gli almanacchi e i tabellini sportivi, che badano al concreto e dimenticano le note di colore, è semplicemente il primo match della Nazionale disputato al Sant’Elia. Da tutti gli appassionati di calcio, sardi e non, però, l’amichevole Italia-Spagna del 20 febbraio 1971 sarà ricordata per sempre, anche e soprattutto, come la partita delle arance. Le arance sono quelle che, insieme a una non meglio precisata varietà di altri agrumi e di ortaggi, in quell’ormai lontano sabato il pubblico cagliaritano scaraventò contro il ct Ferruccio Valcareggi e i suoi malcapitati uomini. Il motivo di tanto astio? La mancanza di giocatori rossoblù tra i titolari e tra i subentrati, un “peccato” da far scontare al mister e ai suoi ragazzi con una disonorevole gazzarra.

Reduci dal secondo posto conquistato a Messico ’70, i campioni di Valcareggi scesero in campo al Sant’Elia, appena inaugurato, con la seguente formazione: Zoff, Bet, Facchetti, Bertini, Rosato, Burgnich (dal 46’ Ferrante), Mazzola, Rivera, Bonisegna, De Sisti, Prati. Assente giocoforza Gigi Riva, infortunatosi qualche mese prima al Prater di Vienna per un fallo del mediano austriaco Hof, dall’undici iniziale Valcareggi, a cui evidentemente importava poco della geopolitica, escluse anche gli altri cinque campioni d’Italia rossoblù – Albertosi, Niccolai, Cera, Domenghini e Gori – presenti al Mondiale.

Com’era prevedibile, il Sant’Elia non apprezzò e, dall’inizio della partita, sancito dall’arbitro Frauciel alle 14:30 dopo l’esecuzione degli Inni – quello di Mameli venne sonoramente fischiato -, cominciò a fare smaccatamente il tifo per gli spagnoli. Rinfrancati forse da cotanto inaspettato calore, le Furie Rosse dominarono il gioco per quasi tutto l’incontro, chiudendo il primo tempo addirittura in vantaggio per due a zero grazie alle reti di Pirri e Uriarte. Il gol di De Sisti al 34’ della ripresa contribuì a fissare il punteggio sul definitivo 1-2, un risultato meno severo che comunque non salvò “l’onore” degli azzurri, sconfitti in Italia dopo dieci anni e costretti a uscire scortati dallo stadio tra un’impietosa pioggia di arance.

Lavata l’”onta” nella più cafona delle maniere, dall’indomani il pubblico del Sant’Elia dovette fare i conti con la comprensibile stizza e il conseguente ostracismo della Figc, che, scottata dalla clamorosa ribellione della tifoseria rossoblù, riportò la Nazionale a Cagliari solo al termine di un “embargo” durato diciotto anni. La pace tra l’Italia del calcio e il capoluogo sardo fu consumata, infatti, il 21 dicembre del 1989, quando al Sant’Elia la squadra di Azeglio Vicini sfidò l’Argentina di Maradona. Fu uno scialbo zero a zero, riportano le cronache: quel giorno, però, oltre ai gol, non fioccarono neppure le arance. Scusate se è poco..