Febbre del Nilo in Sardegna: situazione sotto controllo, nessun rischio di trasfusione di sangue infetto
Situazione in generale sotto controllo, nessun rischio di trasfusione di sangue infetto e una serie di raccomandazioni indirizzate ai cittadini, soprattutto dell'Oristanese dove è maggiore la presenza di stagni. Questo emerge dalla riunione odierna dell'Unità di crisi sulla West Nile Disease (Febbre del Nilo occidentale) convocata nel primo giorno utile seguito alle segnalazioni del virus su due anziani, entrambi ancora ricoverati.
Febbre del Nilo in Sardegna: situazione sotto controllo, nessun rischio di trasfusione di sangue infetto.
Situazione in generale sotto controllo, nessun rischio di trasfusione di sangue infetto e una serie di raccomandazioni indirizzate ai cittadini, soprattutto dell’Oristanese dove è maggiore la presenza di stagni. Questo emerge, come riporta l’Ansa, dalla riunione odierna dell’Unità di crisi sulla West Nile Disease (Febbre del Nilo occidentale) convocata nel primo giorno utile seguito alle segnalazioni del virus su due anziani, entrambi ancora ricoverati. “L’Unità di crisi si riunisce ogni volta che viene segnalato un caso umano di West Nile – ha spiegato all’ANSA Federico Argiolas, direttore del Servizio promozione della salute e osservatorio epidemiologico – e anche in questo caso abbiamo verificato se il protocollo funzionasse a dovere”.
Secondo Argiolas, che ha presieduto la riunione alla quale hanno partecipato tutte le istituzioni coinvolte e l’Istituto zooprofilattico della Sardegna, “non esiste alcuna emergenza. Purtroppo – sottolinea – la Sardegna, come altre Regioni dove il problema si fa sentire di più, deve fare i conti con la globalizzazione del clima che consente al virus di adattarsi ai diversi habitat, in particolare nella zona di Oristano ricca di zone palustri”. Il rischio di trasfusioni di sangue infetto non c’è perché, rassicura, “i controlli sulle sacche del sangue donato sono costanti, e l’allarme scatta nel momento in cui le analisi sugli uccelli migratori e le zanzare danno risultati positivi, e questo succede anche prima delle segnalazioni di umani colpiti”.
Ma è sulle raccomandazioni ai cittadini che l’Unità di crisi lancia un messaggio più incisivo. “Sarebbe opportuno che i cittadini siano consapevoli – esorta Argiolas – il cortile di uno degli anziani infettati era un ricettacolo di larve di zanzare. Per esempio, non svuotare un sottovaso dopo le piogge consente alle larve di proliferare”. Dunque, è anche una questione di buon senso. “Si consigliano certe regole nella manutenzione dei cortili – riassume il responsabile dell’Unità di crisi – l’uso di zanzariere e di pantaloni lunghi quando si esce all’alba o all’imbrunire”.
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Donna colpita da febbre del Nilo in Sardegna. Primo caso dopo sei anni
Un caso di febbre del Nilo occidentale (West Nile Disease) è stato diagnosticato in Sardegna ad una donna, il cui luogo di residenza non è stato rivelato dalla Regione che ha già convocato l’Unità di crisi per valutare e stabilire le misure di contrasto e prevenzione della malattia.
Si tratta del primo caso diagnosticato in Sardegna dopo sei anni. La donna, che ora è ricoverata e sotto terapia di immunodepressori, si è sentita male martedì scorso manifestando problemi neuroinvasivi, un fatto singolare se si pensa che nella maggior parte dei casi le persone infette non manifestano alcun sintomo. Solo una piccola percentuale delle persone infette manifesta sintomi che non riconducono immediatamente alla febbre del Nilo, come febbre, cefalea, dolori muscolari, reattività linfonodale e rash cutanei.
La febbre del Nilo occidentale è una malattia virale e viene trasmessa all’uomo con una puntura di zanzara che ha punto un uccello infetto. Nessun allarmismo, quindi, ma solo cautela perché sebbene non sia contagiosa, i soggetti infetti possono trasmettere l’infezione tramite la donazione e la trasfusione di sangue.
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