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Beata Maria Gabriella Sagheddu: Testimone del vangelo per l’unità dei Cristiani

Beata Maria Gabriella Sagheddu: Testimone del Vangelo per l’Unità dei Cristiani.

Maria Gabriella Sagheddu nacque a Dorgali, provincia e diocesi di Nuoro, il 17 marzo 1914. Il suo paese era intriso di spiritualità. Si pensi che solo nel paese erano presenti trenta chiese piu altre in campagne, a voler significare come ogni vicinato aveva la sua chiesetta di appartenza.
La madre la definiva ragazza con un carattere asprigno e di forte temperameno. Nonostante avesse ricevuto tutti i sacramenti andava in chiesa il giusto indispensabile, la domenica. la sua vita era semplice ma con voglia di arrivare a quella perfezione cristiana e di correzione che l’ha resa beata.

Era una ragazza coerente con se stessa. A soli 18 anni era già stata promessa sposa: al primo diede subito suo dissenso e al secondo, dopo averci pensato qualche giorno, disse alla madre «Mamma, io non mi voglio impegnare nel mondo»

Pensate che non volle iscriversi alla Azione Cattolica perché diceva: «Ci sono tante ragazze che si iscrivono all’azione Cattolica ma non sono coerenti con l’impegno preso. Se io un giorno mi dovessi iscrivere voglio essere coerente con tale impegno».
Dopo un po vi si iscrisse e durante gli incontri, nel periodo dal 1932 al 1935 potè capire che tipo di vocazione fosse adatta a lei: il matrimonio, vocazione missionaria, contemplativa, vocazione da laica, ma soprattutto con l’aiuto del suo direttore spirituale don Basilio Meloni.

Finchè arrivò la grande decisione e il 30 settembre 1935 bussò alle porte del monastero delle Trappiste di Grottaferrata. Un monastero poverissimo dove rimase per quasi quattro anni.

La Madre Abbadessa Maria Pia Gullini, svolse i suoi studi a Laval – Francia e venne poi trasferita in italia. In francia ebbe il piacere di conoscere gli albori dell’Ecumenismo e soprattutto grandi figure come il padre Paul Couturier grande Ecumenico spirituale.

Nel 1937, essendo diventata abbadessa del monastero di Grottaferrata, durante la settimana per l’unità dei Cristiani (18-25 gennaio) volle trascinare le consorelle a questa sete ecumenica leggendo le circolari che le venivano mandate dal Couturier. Proprio quell’anno la circolare invitava giovani ragazze a offrire se stesse patendo tante sofferenze per l’unità dei Cristiani

Nel 1938 la circolare trattò nuovamente lo stesso tema ed ecco che Suor Maria Gabriella, sentita l’Abbadessa, la Maestra delle novizie e il suo direttore spirituale e dopo aver ricevuto tutte le autorizzazioni dalle medesime si offrì come vittima. Dio la prese in parola e la sera stessa la Sagheddu ebbe un dolore alla spalla che la porterà dopo 15 mesi di tubercolosi nelle mani dello Sposo celeste il 23 aprile 1939

Dopo la morte della Sagheddu il monastero di Grottaferrata venne chiuso perchè pericolante e provvisoriamente le sue spoglie furono ospitate nella casa di noviziato delle suore francescane missionarie di Maria di Grottaferrata, fino a che nel 1957 fu inaugurato il nuovo monastero delle Trappiste a Vitorchiano (VT) e ivi furono traslate e tuttora risiedono le sue spoglie.

Venne beatificata da papa Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983 per essersi offerta vittima di sofferenze per L’unità dei Cristiani.

Il miracolo riconosciuto fu questo: Una monaca benedettina della Sicilia con patologia grave agli occhi, dopo svariati controlli medici con luminari professori, si mise l’anima in pace e si rassegnò a non poter più guarire. Ma la notte avvenne un fatto straordinario, ricevette in apparizione la visita di una monaca che le disse «tu domani alzati, ti vestirai da sola e andrai a pregare in coro». La benedettina titubante disse «ma come faccio non vedo» e l’altra rispose «lei faccia come le dico» e scomparve. L’indomani la monaca si alzò e ando in coro, tutte le consorellestupite chiesero e raccontò la scena che le era capitata. Si scoprì dopo la guarìgione e che la monaca che gli era apparsa era la Sagheddu.

Possiamo ben gioire nel dire che, nella storia della chiesa contemporanea, una semplice ragazza, monaca trappista, morta ad appena 25 anni, sia stata menzionata in due encicliche papali: La «Ut unum sint», n. 27″ di Papa Giovanni Paolo II del 1995 sull’unità dei Cristiani e la «Gaudete et exultate,» n.5” del 2018 di Papa Francesco nella quale il Papa l’ha menziona come esempio di donna che ha offerto la vita per L’Unità dei cristiani.

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