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Nasce il ristorante ‘Viceversa’, il figlio giovane del Convento San Giuseppe

Convento San Giuseppe - Cover

Dopo quasi trent’anni di esperienza nell’organizzazione di feste, banchetti, eventi e ricevimenti di gala il Convento San Giuseppe apre il suo ristorante. Si chiama “Viceversa”, un nome che farà ricordare ai meno giovani le atmosfere che si potevano vivere una volta proprio in questa antica struttura millenaria, quando il Convento era un rifugio quotidiano per gli amanti dell’equitazione e in cucina un cuoco siciliano di allora, amava usare questa espressione al posto delle congiunzioni avversative più note, come per esempio “0”, “oppure”.

Vicevèrsa viene dal latino dove assumeva il significato di «mutata la vicenda, mutato l’ordine». E proprio nell’antichità inizia la storia del Convento, che Luisa Carcangiu Bayre ama definire «un filo che non si spezza», come la vita di ognuno di noi che è un ordito sul quale si intrecciano le trame delle relazioni che intratteniamo con le altre persone. Questa affascinante epopea che trova le sue radici in un antico insediamento romano per diventare infine la storia di una famiglia, che con amore e passione ha voluto conservarne l’eredità e il retaggio storico, anche restaurando con proprie finanze questo antico convento, oggi inaugura un nuovo capitolo. «Dopo quasi trent’anni di religioso rispetto delle tradizioni – spiega Luisa Carcangiu Bayre – Viceversa nasce come laboratorio di questo studio».

Non cambieranno i prodotti, tutti provenienti dall’orto inserito all’interno della struttura o dalle campagne di Sestu: molti legumi e verdure di stagione, dai cavoli ai carciofi passando per basilico e peperoncino, poche ma prelibate carni e il pesce, in un incontro tra l’immenso patrimonio gastronomico della cultura monastica e quella prima sarda e poi cagliaritana introdotta dalle famiglie Carcangiu e Bayre, il cui nonno Ciccio Piludu, acquistò questi terreni nel lontano 1869. A cambiare saranno i piatti, non più pensati per il banqueting, cioè la stessa pietanza uguale per una quantità variabile di invitati, ma ideati per un cliente, che sceglierà quel piatto sulla base di proposte quotidiane della cucina di Viceversa, la stessa del Convento.

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 Viceversa 9  

Una sala tutta nuova è stata allestita per questo nuovo progetto. Il Convento continua ad ospitare eventi e cerimonie nelle diverse sale, mentre Viceversa ha un suo spazio dedicato nella Sala delle Vigne, una volta dedicata alla produzione vitivinicola della tenuta di via Paracelso. Non c’è niente di “nuovo”, in questo ristorante, se non il concetto di cucina proposto. La terra che produce gli ingredienti principali del menù è infatti la stessa da duemila anni, gli arredi, dai tavoli alle sedie intessute con trame e orditi sardi, pensate nel rispetto di gesti antichi.

Viceversa è il figlio giovane del Convento, un figlio che ha girato il mondo, che ha conosciuto i più grandi chef internazionali e che vuole unire la tradizione ereditata dai suoi genitori al suo bagaglio personale. Senza mai dimenticare mai le proprie radici. Non a caso a occuparsi del nuovo progetto sarà Sara, la figlia più giovane.

Sarà come ascoltare un pianista, che dopo tanti anni trascorsi a perfezionare l’esecuzione della grande musica classica, scopre il jazz e inizia a sperimentare. Un processo che sarebbe impossibile compiere all’inverso con gli stessi risultati.

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